Tonali: "Non so se sono regista o mezzala, ma so che sono sulla buona strada. Il Milan? Non mi presero in considerazione"
Fonte: Sportweek
Lunga intervista di Sportweek a Sandro Tonali, obiettivo numero uno dell'Inter secondo i rumors di mercato.
Pirlo ha detto: "Tonali? È molto più completo di me". Come la mettiamo, Sandro?
"La mettiamo che, esagerando, Pirlo mi ha dato ragione (sorride): non ci somigliamo. Ma da qui a dire che io sia un giocatore più completo di lui… Quando due miei amici mi hanno girato sul cellulare la diretta Instagram nella quale si esprimeva così, ci sono rimasto. E ancora adesso sono senza parole. Posso solo rispondergli con un “grazie”".
Ma avete un “colpo” in comune?
"Preferisco dire cosa mi piacerebbe prendergli: il lancio profondo, preciso al millimetro. Oggi riesco meglio nel gioco corto. Che, in verità, mi viene anche più naturale rispetto al “lungo”".
La passione per il calcio te l’ha trasmessa la famiglia?
"Più che altro, la città. Sant’Angelo Lodigiano vive di calcio. Andavo allo stadio e c’erano sempre mille persone, anche in Terza categoria. Il resto lo hanno fatto Enrico (il fratello, ndr) e l’oratorio. Da lì è partita la mia scalata verso la cima della montagna".
Ma è vero che il Milan ti aveva scartato?
"Il Lombardia Uno era affiliato al Milan. Ogni due o tre mesi cinque o sei bambini venivano chiamati al Vismara, dove si allenano i giovani del club. Non posso dire che mi abbiano scartato: non mi hanno proprio preso in considerazione. Forse ero troppo piccolo".
Rimane che sei tifoso rossonero e che il tuo idolo fosse Gattuso. Eppure, tecnicamente, non c’entri niente con lui.
"Mi colpivano la sua grinta e generosità. Avesse diviso per dieci la determinazione che aveva dentro, ce ne sarebbe rimasta abbastanza per riempire tutti i suoi compagni di squadra. Non aveva paura di nessuno".
E oggi chi è il tuo idolo?
"Modric".
È aperto il dibattito se tu sia più mezzala o più regista. Potendo, in che ruolo ti schiereresti?
"Sai che non lo so? Mi piacciono entrambi. Dipende da come si schiera l’avversario: contro un 4-4-2 ho più spazio come mezzala, se ho di fronte un trequartista mi piace stare davanti alla difesa perché, saltato lui, ho campo davanti".
Il tuo sogno da bambino?
"Diventare calciatore. L’avevo chiesto anche in una letterina indirizzata a Santa Lucia. Le avevo dato un’alternativa: o calciatore o santo".
Guardi Mario Balotelli e pensi: “Che talento sprecato”?
"No, lo guardo e mi fermo a:“Che talento”. In allenamento fa cose che riescono a pochissimi. Perché “sprecato”? Ha giocato in grandi squadre, ha segnato tantissimi gol, ha vinto".
Sandro, sei un predestinato?
"La sicurezza non c’è mai, ho realizzato neanche la metà di ciò che ho in mente, però mi sento abbastanza forte da farcela. Sono sulla buona strada".
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