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Tronchetti: "De Boer, senza società è dura: non si gestisce una squadra da Giacarta o da Pechino. Con Moratti..."

di Daniele Alfieri

Cinque sconfitte in campionato per un bottino di 14 punti in undici partite. Il deludente avvio di stagione dell'Inter non è da imputare però a Frank de Boer: questa la tesi sostenuta da Marco Tronchetti Provera, patron di Pirelli, intervenuto ai microfoni di 'La Politica nel Pallone' su Gr Parlamento. "Anche un allenatore straordinario senza la società non riesce a raggiungere grandi obiettivi. Una squadra di calcio non la si gestisce da Giacarta, da Pechino o da Nanchino...". Sul rendimento della rosa: "I giocatori sono di grande qualità, con poche eccezioni. L'Inter è forte e per questo per i tifosi è una delusione ancora più grande, si vede un potenziale che non riesce a essere realizzato".

"I limiti della difesa - prosegue Tronchetti Provera - li conosciamo, quello che impressiona è che il centrocampo, che è il punto di forza con giocatori di grande qualità, abbia deluso così tanto, è avvilente. Fa malissimo vedendo poi la squadra come ha giocato con la Juve e in parte con la Roma, la potenzialità c'è, ora l'Inter deve venire fuori, manca qualcosa". Sul banco degli imputati è finito De Boer: "Ma il tema di fondo è la società: anche un allenatore straordinario, senza società, difficilmente può raggiungere grandi obiettivi".

Cambiare allenatore a ridosso dell'inizio del campionato "è stato un errore, era l'ultima cosa da fare ma la somma degli errori che sono stati fatti è troppo lunga". Il fatto che ora circolino i nomi dei possibili successori "destabilizza ancora di più, perché certe scelte vanno fatte senza che appaiano prima sui giornali. Un ritorno di Mancini? Ne dubito, è stata un'uscita lenta e sofferta. Simeone? Un grande allenatore, ha l'anima interista e per noi appassionati è un nome che crea emozione".

La questione però non è tanto l'allenatore ma chi ci sta dietro. "La proprietà deve fare la proprietà. Il Milan ha vinto quasi tutto quando Berlusconi è stato vicino alla squadra. L'Inter di Moratti ha vinto 15 titoli in sei anni grazie al fatto che Moratti era presente. La Juve di Agnelli vince perché la società è molto vicina. Nel calcio l'unica formula vincente è una proprietà appassionata e vicina alla squadra. La proprietà cinese si è mossa bene sul mercato, ma devono affidarsi a una persona che conosce il campionato italiano e con pieni poteri per gestire la squadra, una persona di loro fiducia, perché non si gestisce una squadra da Giacarta, Pechino o Nanchino".

Su un possibile ritorno di Moratti da presidente: "Un tema che doveva essere risolto da tempo, oggi parleremmo in modo diverso dell'Inter", sentenzia Tronchetti Provera, che un po' rimpiange Mourinho ("Manca di più lui o Ibrahimovic? Di solito è l'allenatore che porta i calciatori") e più che Verratti ("Bel giocatore") preferirebbe altri rinforzi: "Vorrei che giocassero bene quelli che abbiamo già a centrocampo, i problemi li abbiamo in difesa, vorrei avere due buoni difensori in più e la squadra sarebbe perfetta". La chiosa è su Icardi: "Un grande giocatore che ci mette passione e coraggio, sta alla società far sì che diventi grandissimo". 


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