Un Mancio copernicano vara la sua rivoluzione Jojo centrica. I centrali...
Quando dalla pancia di San Siro si è diffusa la notizia dello stravolgimento di formazione attuato da Roberto Mancini, c’era già chi temeva il peggio. D’altronde l’ultima partita giocata con D’Ambrosio e Nagatomo titolari fu Genoa-Inter della scorsa stagione, terminata 3-2 per i rossoblu di Gasperini. E l’assenza di Icardi, nonostante l’inizio opaco dell’argentino, poteva farsi sentire. Ma ormai abbiamo imparato a conoscere l’atteggiamento copernicano del Mancio che per prendersi la vetta del campionato ha dato luogo alla sua personale rivoluzione JoJo centrica, mettendo il montenegrino al centro dell’attacco interista, con giocatori in grado di duettare con lui e di sfruttare gli spazi che i movimenti dell’ex City potevano creare nella retroguardia giallorossa, con il farraginoso Rudiger come bersaglio principale. E così è stato: il movimento ad uscire di Jovetic ha scardinato la difesa della Roma, colpita e affondata dall’improbabile avanzata di Gary Medel, al primo gol con la maglia dell’Inter. Il cileno ha sfruttato lo spazio concessogli dagli avversari, ha mirato verso la porta di Szceszny e ha segnato grazie ai lenti riflessi del polacco, arrivato in ritardo sul pallone che ha rimbalzato tre volte prima di insaccarsi. Non un tiro irresistibile, ma tanto è bastato ai nerazzurri per riacciuffare la vetta della classifica, in attesa di Fiorentina e Napoli.
AGENTI SPECIALI - L’Inter ha giocato un ottimo primo tempo, forse il migliore della stagione per capacità d’offendere e di essere squadra. Gli uomini di Mancini non sembravano più spezzettati per il campo, ma attaccavano e difendevano come una squadra. Il merito è dell’attacco nerazzurro: i movimenti di Jovetic raccordavano l’attacco con il centrocampo, mentre a compiere le due fasi sugli esterni ci pensavano Ljajic e Perisic, i veri agenti speciali del Mancio, che hanno macinato chilometri per tutta la partita e sono riusciti a non far sfilacciare la squadra. Ma non solo: Perisic si è dimostrato importantissimo per la sua duttilità, arrivando anche a vincere cinque duelli aerei, a dimostrazione del fatto che la benzina nel motore del croato è inesauribile. Peccato gli manchi il guizzo per il gol, ma Perisic sta facendo ricredere chi dubitava di lui. Un ultimo agente speciale che va definendosi sempre più importante nelle gerarchie del Mancio (altro che dimenticano, come sibillavano alcuni!) è Marcelo Brozovic: da settimane ormai lo si loda, senza però sottolineare mai abbastanza quello che fa a livello tattico, oltre a quello che è come giocatore tecnico. E' lui il primo ad alzare il pressing sul portatore di palla giallorosso (spesso Nainggolan) mandandolo fuori tempo e permettendo alla squadra di salire e giocare corta, come vuole il tecnico. Spesso agisce sottotraccia, quasi in incognito, compiendo tante piccole azioni che portano grandi vantaggi di manovra all'Inter. D'altronde il passo da Epic Brozovic a 00-Brozo del resto può essere molto breve... E Mancini, passo dopo passo, un tempo alla volta, sta trovando la quadratura del cerchio.
DIFENDERE IL VALLO - Ma la vera caratteristica di questa Inter targata Mancini è la solidità difensiva. L’accoppiata Miranda-Murillo è di gran lunga la migliore del campionato, organizzati e arcigni come furono Leonida e Demofilo al vallo delle Termopili, quando i Persiani arrivavano da tutte le parti e l’unica maniera per resistere era serrare le linee e credere nella falange oplitica. Allo stesso modo, i due difensori sudamericani nel momento di massima spinta della Roma hanno vinto cinque duelli aerei e recuperato altrettanti palloni, gestendo situazioni difficili come le scorribande di Gervinho e Salah e dando una stoica sicurezza alla retroguardia avversaria. L’urlo di guerra finale è stato lanciato da Samir Handanovic, autore di quattro parate in quattro secondi a metà della ripresa. L’Inter ha stretto i denti, resistendo alla devastante folata offensiva dei giallorossi, in gol da ventidue partite consecutive, e dimostrato a tutti che gli attacchi vendono biglietti, le difese vincono le partite. Così, con 11 gol in altrettante partite, l’Inter è lassù, con il morale della truppa al massimo e il comandante Mancini che - dopo qualche passo falso, come quello contro la Fiorentina - ha ripreso in mano la truppa e sta riuscendo a tirare fuori il meglio di giocatori come Nagatomo e D’Ambrosio che sembravano finiti al margine delle rotazioni per poi rientrare prepotentemente e guadagnarsi gli applausi di San Siro.