VIDEO - Marotta: "Simonelli presidente delle Lega Serie A? È emersa la volontà di rinnovamento e cambiamento"
Beppe Marotta, presidente dell'Inter, si sofferma davanti ai giornalisti presenti in Via Rosellini per commentare l'elezione di Ezio Maria Simonelli come nuovo presidente della Lega Serie A. Il commercialista classe 1958 è stato eletto nell’assemblea di Lega odierna come successore di Lorenzo Casini con 14 voti a favore, compreso quello del club nerazzurro. Ecco quanto raccolto da FcInterNews.it.
Perché non si è riusciti a votare l’amministratore delegato?
"Perché semplicemente è stato deciso di procrastinare questa votazione, così come il collegio sindacale ed altro. Credo che la cosa più importante di oggi sia stata aver eletto il presidente Simonelli che dovrà essere proclamato tale dopo il passaggio, logico, dei requisiti per l'elegibilità ai quali sarà sottoposto. È importante un segnale: 14 società hanno espresso una determinazione e una volontà attuando una politica di cambiamento che certamente non va assolutamente ad inficiare la persona del presidente Casini. È semplicemente un rinnovamento che deve attuarsi e questo è un dato di fatto importante".
Da cosa deve partire questo rinnovamento?
"Da un confronto nostro interno, bisogna fare tanta autocritica ma sicuramente la volontà delle 14 squadre non è di disunire la Lega ma di tenerla unita. Vogliamo assolutamente che siamo tutti uniti, anche le società che non hanno espresso questo tipo di voto, per cercare di identificare un metodo e una strategia per far sì che ci sia il giusto riconoscimento ad un comparto industriale e ad un’attività imprenditoriale che non merita assolutamente di essere maltrattata come in realtà lo siamo".
Quando si esprimerà il Consiglio di Lega per verificare i requisiti di eleggibilità?
"Nel giro di poco".
Siete fiduciosi?
"Sì, anche perché Simonelli ha pienamente rispettato quelli che sono i requisiti e i criteri anche per potersi candidare. Quindi siamo molto fiduciosi".
Come hanno reagito le altre sei società?
"Diciamo che il dibattito fa parte dell’attività democratica di confronto, ma come dicevo prima oggi è emersa la volontà di 14 società di rinnovamento e cambiamento. Ma certamente non va a toccare le persone e questo è fuori dubbio: non ci sono personalismi, tutti sono utili e devono contribuire a far sì che questo movimento sia riconosciuto come tale. Il mondo del calcio e della Serie A è molto importante e oggi noi denunciamo il fatto che non siamo riconosciuti per quello che siamo".
L’asse del calcio torna verso il Nord?
"No, assolutamente, non facciamo questi ragionamenti di geopolitica. Le 20 squadre sono espressioni di tutta l’Italia, l’Italia è una ed è unita e quindi dobbiamo perseguire questa strada".
Qual è la priorità?
"La priorità è trovarsi tutti assieme, identificare una strategia in maniera un po’ più decisa rispetto a quello che è stato il passato recente. Nonostante ci siano stati dei miglioramenti".
C’è una sede ufficiale in cui questa eleggibilità verrà riconosciuta?
"C’è un parere da parte del Consiglio di Lega. È un parere e non ha potere decisionale ed esecutivo".
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