Zanetti: "Io come Skriniar: chi va via rimpiange l'Inter. Lukaku? Infortunio normale. A Zhang ho detto la stessa cosa che dissi a Moratti"
Javier Zanetti è protagonista quest'oggi di un'intervista pubblicata da Il Giorno. Nella chiacchierata si parte in primis da quanto accaduto in Curva Nord nel corso di Inter-Sampdoria. "Spero non succeda mai più. Quest’anno abbiamo registrato tanti sold out: un record nella storia del club. La gente deve tornare allo stadio - afferma il vicepresidente - Non credo che ora la gente voglia scappare, l’impulso del tifoso è più forte di quel che è accaduto. Però vanno rispettati i valori dello sport. Troppo potere nelle Curve? Non voglio dividere i tifosi... parlo di tutti. Cose come quelle dell’altra sera non mi piacciono. Lavoreremo sempre per riempire lo stadio".
Un dispiacere anche nel pensare di dover perdere il Meazza, se nascerà un nuovo San Siro, ma Zanetti difende l'idea della società. "C’è una visione romantica, ma è tempo di grande innovazione. Dobbiamo migliorare la struttura per offrire al tifoso uno stadio all’avanguardia e un’esperienza che vada oltre la partita". Il dirigente nerazzurro racconta di aver preso qualcosa da Moratti nella sua esperienza da dirigente. "Sicuramente il senso di appartenenza. Moratti e suo padre sono l’Inter. Ci sentiamo spesso, per questo club sarà sempre importante. Io cerco di continuare a trasmettere i veri valori dell’Inter come faceva lui. Dicevo sempre a Moratti che continuando a lavorare come stavamo facendo sarebbe arrivato il nostro momento. Il tempo mi ha dato ragione. Se ho detto lo stesso a Zhang? Sì. Le vittorie arrivano con cultura del lavoro e programmazione. Nel calcio serve tempo. Un trofeo nell'anno dei miei 50? Mi auguro di sì. Intanto, è già un risultato straordinario essersi qualificati in Champions nel girone di Bayern Monaco e Barcellona".
E a proposito di valori: Skriniar. "Parlo spesso con i ragazzi e Skriniar ha un profilo molto importante per come approccia la cultura del lavoro. Io in passato ero così: parlare poco, dimostrare tanto. Spero resti a lungo con noi. Quando arrivai a Milano per me l’Inter era il massimo, e ho fatto tutta la carriera qui. Molti miei compagni di allora decisero di cambiare squadra: con il tempo mi hanno confessato che è stato un grande errore lasciare l’Inter".
Intanto domenica c'è Juventus-Inter. "La rivalità c’è sempre e al di là della classifica non vedo un favorito. Questa sfida arriva al momento giusto: noi non possiamo permetterci passi falsi. Abbiamo vissuto stati momenti di difficoltà, ma Simone Inzaghi ha intrapreso il percorso giusto, dimostrando di saper gestire la pressione. Se le cose vanno male il problema è di tutta l’Inter, i ragazzi hanno reagito come dovevano". Se Zanetti pensa a Juve-Inter la memoria va a una gara precisa. "Penso alla vittoria in Supercoppa nel 2005 con gol di Veron. Fu l’inizio di un filotto vincente. Noi forti grazie agli ex Juve? L’Inter è tornata a vincere perché ha fatto l’Inter. Antonio Conte si è dimostrato un grande professionista, Marotta è un dirigente di cui conosciamo bene il valore. Quest’anno ci dicevano di mandar via Inzaghi dopo il ko con la Roma, roba da mettersi le mani nei capelli... Bisogna ragionare in maniera tranquilla: abbiamo vinto prima con Conte, poi sono arrivati altri trofei con Inzaghi. L’inter è protagonista da 4 anni".
In un'altra parte del giornale vengono riportate anche delle dichiarazioni su Lukaku. "È normale avere tanti infortuni perché c’è tanta pressione, giochi domenica e poi mercoledì. Io riuscivo a recuperare, ma alcuni ragazzi fanno fatica a livello fisico e mentale. Dopo il Mondiale sarà un altro campionato. Lukaku ancora qui tra dodici mesi? Me lo auguro, come spero possa avere più continuità dopo questi infortuni".