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Chievo-Inter - Icardi, zero che fa rumore. Il 6 di Palacio-Banega non basta

di Gianluca Scudieri

Ricomincia il campionato e l’inizio per i nerazzurri è da dimenticare in fretta, il 2-0 patito al Bentegodi contro il Chievo rende il cammino dell’Inter in salita sin da subito. Adesso ci saranno sette giorni per poter ripristinare tutto e lavorare per preparare al meglio l’esordio in casa di settimana prossima contro il Palermo. Andiamo a ripercorrere quelli che sono stati i dati salienti del match di Verona in questo primo appuntamento stagionale con “Da Zero a Dieci”.

ZERO - I tiri totali di Mauro Icardi nei novanta minuti disputati contro il Chievo. Arrivava con i riflettori puntati addosso il capitano nerazzurro, reduce da una sessione di mercato da protagonista e le pressioni si sono fatte sentire: il rosarino stecca completamente la prima, apparendo abulico nella manovra proposta dalla squadra di De Boer, senza nemmeno concludere una volta verso la porta difesa da Sorrentino. Se fosse la prima volta che questo numero gli viene affibbiato da quando veste la maglia dell’Inter si potrebbe parlare di una serata no, ma dal momento che negli ultimi anni in più di un’occasione si è fatto questo discorso, forse c’è qualcosa di più grave alla base da analizzare…

UNO - Il tiro in porta dei nerazzurri nella seconda frazione di gioco a opera di Geoffrey Kondogbia. Una squadra che deve rimontare un passivo di una rete non può concludere verso la porta avversaria in una sola occasione e con un centrocampista. Materiale prezioso per un'approfondita riflessione.

DUE - Le volte in cui Danilo D’Ambrosio è stato saltato in dribbling dagli avversari, una delle quali nei minuti antecedenti il gol del vantaggio di Valter Birsa. L’Inter paga sicuramente il poco lavoro svolto dal nuovo tecnico e il poco tempo dedicato alla preparazione del campionato a discapito della tournée intercontinentale, e l'ex Torino è uno di quelli che ha sofferto maggiormente le accelerazioni degli avversari. 

TRE - Le sconfitte al Bentegodi contro il Chievo per l’Inter nella storia degli incontri in Serie A fra le due squadre. Che i mussi volanti siano sempre stati un avversario ostico per i nerazzurri era storia nota, ma da qui a perdere la prima di campionato ne passava davvero tanto. Il bilancio complessivo in trasferta contro i gialloblu è di 6 vittorie per l’Inter, tre pareggi e tre sconfitte, una ratio negativa se confrontata alle squadre di caratura pari a quella del Chievo.

QUATTRO - I minuti passati dall’inizio di gara al primo errore di Andrea Ranocchia, alla prima da titolare dopo un anno tribolato. Il difensore umbro cerca poi di farsi perdonare quando va vicino al vantaggio al 16° minuto, ma tornare dall’inizio causa squalifica di Murillo lo carica di pressioni e questo va a discapito di chi da sempre fatica a mantenere le aspettative sul suo conto. Non basta Miranda, anche lui indietro di condizione, per trasmetergli la sicurezza di cui avrebbe bisogno in questo momento.

CINQUE - I minuti passati dall’inizio della ripresa al gol del vantaggio dei clivensi. Nuova Inter, vecchie pecche: ancora una volta la squadra entra in campo deconcentrata e paga in avvio un caro scotto quando Valter Birsa trafigge per la prima volta Samir Handanovic. La testa è uno di quegli aspetti su cui bisogna lavorare per evitare che si ripetano gli stessi errori della passata stagione.

SEI - I passaggi chiave della coppia argentina Palacio-Banega, con il secondo autore di ben quattro assistenze potenzialmente pericolose in 70’ e il primo degli altri due nel quarto d’ora disputato. Non sorprende che siano loro ad avere questo primato nella speciale classifica del match di ieri: quando la condizione manca bisogna sopperire con la classe e La tecnica e i due argentini, nel contesto della rosda nerazzurra, sono tra coloro che danno del tu al pallone. Serve, comunque, necessariamente un altro creatore di gioco che possa aiutarli in questo annoso compito.

SETTE - La percentuale di possesso palla totale di Ever Banega alla prima da titolare con la maglia dell’Inter. L’argentino deve essere il fulcro del gioco di questa squadra, ma all’esordio con i nerazzurri ha tenuto il pallone fra i piedi meno di Miranda e Medel: questo dato va sicuramente migliorato nelle prossime giornate se la manovra nerazzurra vuole migliorare sensibilmente, come prepostosi da De Boer e il suo staff tecnico. Il possesso palla dei difensori, certificato dalla statistica, si rivela stagnante quando non finalizzato all'avanzamento della sfera.

OTTO - I dribbling effettuati da Geoffrey Kondogbia ieri sera. Inizia bene il francese, facendo vedere che il rush finale dello scorso campionato non era solo un’illusione, ma poi si spegne insieme alla squadra, vittima di una condizione atletica non accettabile. Sbagliato addossargli la croce per quanto accaduto in campo, con la giusta condizione verrà fuori il suo valore che si è comunque già intravisto con il maggior numero di dribbling riusciti nel corso del match fra tutti e i 22 uomini in campo. Però certe lacune vanno limitate sensibilmente per non ripetere la stagione interrogativa conclusasi a maggio scorso.

NOVE - I duelli aerei vinti dalla coppia di centrali nerazzurri Miranda-Ranocchia. I palloni alti di certo non sono un problema per due giganti come loro, ma il guaio si crea quando vengono puntati palla al piede. Il rientro di Murillo, ben più rapido dei due, non potrà che essere un toccasana per questa difesa, a patto che il colombiano sia quello della prima parte di stagione dell’anno scorso.

DIECI - I giorni da qui alla fine del mercato in cui l’Inter deve ancora necessariamente battere dei colpi per impreziosire la propria rosa e dare a De Boer un gruppo quantomeno adeguato alle idee di gioco dell’allenatore olandese. Al Bentegodi la squadra nerazzurra è stata vittima delle stesse pecche dell’Inter manciniana, colpa anche del poco lavoro svolto dal nuovo allenatore, ma da qui alla fine del mercato serve necessariamente qualche ritocco.


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