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Il due di Kondogbia meglio del 5 di Brozo. Un solo tiro in porta

di Gianluca Scudieri

Si conclude la sesta giornata di ritorno con una sconfitta dolorosa per l’Inter in quel di Firenze che non toglie i nerazzurri dalla lotta al terzo posto utile alla Champions, ma che la condiziona pesantemente sopratutto a livello psicologico. Andiamo a ripercorrere l’andamento della gara in questo appuntamento con “Da Zero a Dieci”.

ZERO - Le vittorie dell’Inter in trasferta in questo girone di ritorno: due sconfitte e due pareggi per gli uomini di Mancini lontano da San Siro, dove per la prima metà di stagione i nerazzurri avevano avuto il rendimento migliore. Occorre trovare serenità per ritrovare la vittoria esterna, anche se le possibilità che questa avvenga a Torino fra due domeniche al momento sono poche.

UNO - Per la prima volta in questa stagione l’Inter ha permesso all’avversario di ribaltare il risultato di svantaggio. Altro segnale di cedimento a livello mentale da parte dei nerazzurri è questa mancanza di solidità in fase difensiva: nella prima parte di stagione non sarebbe mai successo quanto accaduto a Firenze ieri sera, invece in questo periodo stanno venendo meno tutte le certezze su cui si fondava questa squadra.

DUE - I dribbling non portati a compimento da Geoffrey Kondogbia in tutta la gara contro la Fiorentina. Sono stati ben 6 i dribbling tentati dal francese che ha disputato un primo tempo molto positivo per poi soffrire come tutta la squadra nella seconda frazione, fino all'espulsione rimediata in un finale nervoso. 

TRE - I giocatori sicuramente squalificati in vista della gara contro la Sampdoria di sabato prossimo: Telles, Medel e Kondogbia saranno assenti contro la squadra di Montella e questo costringerà Mancini o a cambiare nuovamente modulo rispetto alla gara con la Fiorentina o a fare scelte obbligate rischiando di non avere cambi in panchina per il prosieguo della gara.

QUATTRO - Il voto che, per l’ennesima volta si merita la direzione di gara complessiva di Mazzoleni. Tutti gli occhi erano puntati su Orsato sabato sera, ma è stato il fischietto della gara del Franchi a fare i danni maggiori nel complesso riuscendo in un’impresa difficilissima: far recriminare, con cognizione di causa, entrambe le squadre. Chi lo ha designato dovrebbe analizzare questa ennesima pessima prestazione e prendere i provvedimenti migliori avendo come pensiero fisso l’amore per questo sport e non la salvaguardia dei colleghi.

CINQUE - Altra insufficienza quella che colleziona, o che avrebbe dovuto collezionare Marcelo Brozovic che segna sì un gol, ma ne concede un altro, quello di Borja Valero per il pareggio della Fiorentina. Il croato non è di certo l’unico responsabile, sarebbe ingiusto addossargli tutte le colpe, ma è sicuramente lo specchio di questa squadra: qualità indubbie, ma assenza prolungata ed ingiustificata.

SEI - I tiri totali dell’Inter contro la Fiorentina, di cui uno solo nello specchio della porta, quello di Brozovic in occasione del gol. Tanti, forse troppi gli attaccanti in rosa all’Inter per ridursi ad un solo tiro in porta in 90’ da parte di un centrocampista.

SETTE - Quello di Babacar nel recupero di ieri sera è il settimo gol concesso dall’Inter nell’ultimo quarto d’ora di gara in questo campionato. C’è una curiosità: solamente contro il Carpi all'andata a Modena un gol subito in questo periodo di gara non ha portato l’Inter a perdere o pareggiare la gara.

OTTO - I gol subiti nelle ultime tre trasferte dall’Inter, pari a più del 100% di quelli subiti fino al derby di ritorno. Sono bastate, dunque tre gare per far crollare il fortino sapientemente eretto da Mancini.

NOVE - I punti nelle ultime otto partite da parte dell’Inter. C'è solamente una cosa da dire: la Sampdoria e l’Atalanta, le peggiori in questo lasso temporale, hanno fatto solamente 4 punti in meno dell’Inter. Non servono altre parole.

DIECI - I punti percentuali di differenza nell’ambito dei passaggi riusciti fra Inter e Fiorentina a favore dei viola: che il gioco dell’Inter non sia paragonabile a quello della squadra di Sousa non era in dubbio, ma questa differenza rende ancora più evidente come il problema principale dell’Inter sia la carenza di un gioco chiaro.
 


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