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Shaqiri crossa e crea, triplete per Guarin. Medel è al top con 7, per Kovacic un mesto dieci

di Gianluca Scudieri

Torna alla vittoria l'Inter di Mancini nel posticipo domenicale della ventiduesima giornata. I nerazzurri rompono la striscia negativa vincendo per 3-0 contro il Palermo di Iachini. Andiamo a ripercorrere insieme i dati statistici che hanno caratterizzato la gara nel consueto appuntamento con "Da Zero a Dieci".

ZERO - I tiri nello specchio della porta di Paulo Dybala. Arrivava a San Siro come lo spauracchio numero uno, ma l'ottima prestazione dell'Inter in fase difensiva ha disinnescato la pericolosità dell'attaccante argentino, autore di 11 gol in Serie A. Il resto lo ha fatto lui, sprecando l'occasione che ogni attaccante sognerebbe.

UNO - I palloni toccati da Mauro Icardi prima del gol del 2-0. In molti definiscono l'attaccante ex Sampdora distaccato dal gioco e poco utile nella manovra della squadra, ma c'è da ammettere quanto sia letale: sarà coinvolto poco nel gioco, ma ha bisogno di pocchissimi palloni per trovare la rete (13 in Serie A, 18 totali).

DUE - Le volte in cui, nel 2015, la porta dell'Inter è rimasta inviolata. Ieri sera i nerazzurri non hanno subito gol grazie ad una buona prestazione difensiva, ma questa è solo la seconda occasione in cui questo accade. L'altra è stata ad Empoli dove, però, i nerazzurri hanno creato poco e subito tanto. Forse la peggiore prestazione agli occhi di Mancini.

TRE - Gli assist consecutivi di Fredy Guarin per Mauro Icardi. Le ultime tre assistenze del giocatore colombiano sono tutte verso l'attaccante argentino: ieri è stata la miglior prestazione da molto tempo a questa parte per il numero 13 e il gol e l'assist non sono altro che la ciliegina sulla torta della sua gara.

QUATTRO - Le partite trascorse dall'ultima vittoria dell'Inter, sempre in casa contro la Sampdoria in Coppa Italia. Dopo tre sconfitte consecutive i nerazzurri tornano a regalare un sorriso ai propri tifosi battendo in casa una diretta concorrente per la corsa all'Europa. Con tante buone sensazioni.

CINQUE - Le conclusioni nello specchio della porta dell'Inter contro il Palermo. Considerati i 17 tentativi totali, emergono due considerazioni: non eccelsa mira in generale, estrema precisione nel momento in cui il pallone inquadra lo spazio delimitato dai tre legni: 3 gol su 5. Non male. 

SEI - Le chance da  gol create da Xherdan Shaqiri, una delle note liete della serata. Per la prima volta schierato da trequartista e non da esterno, l'ex Bayern Monaco ha sfruttato al meglio la libertà tattica veleggiando tra le linee e mandando in crisi la retroguardia del Palermo. Non è un caso se dai suoi piedi siano nate così tante opportunità, le stesse messe insieme in totale dagli ospiti.

SETTE - Gli intercettamenti di Gary Medel, il migliore in questa speciale classifica (Santon lo segue a 5). Protagonista silenzioso, il cileno ha permesso all'Inter di tenere il baricentro alto e dato a Brozovic e Guarin di sganciarsi in zona offensiva e rendere più efficace la pressione offensiva nerazzurra. Mancini a fine gara lo ha ammesso, il Pitbull giocherà sempre con lui.

OTTO -  I cross andati a buon fine partiti dal piede di Shaqiri, tendenzialmente il sinistro. Lo svizzero ha messo in mezzo il pallone 14 volte, nel momento in cui si allargava sulla destra, contribuendo alla pericolosità della manovra offensiva della squadra di Roberto Mancini.

NOVE -  La posizione in classifica dell'Inter, a cui è bastata una vittoria per guadagnare ben 4 posizioni. I nerazzurri partivano infatti dal 13esimo posto. Questo balzo conferma quanto sia sufficiente a volte portare a casa l'intera posta per gustarsi una classifica decisamente migliore. La grande notizie, finalmente, è che l'Inter non è più protagonista della parte destra della graduatoria.

DIECI - I minuti che Roberto Mancini, recupero compreso, ha concesso a Mateo Kovacic, il grande escluso della serata. Si è parlato tanto della contrapposizione tra i due giovani croati: Brozovic grande protagonista, Kovacic mestamente in panchina, con la sensazione che l'allenatore al momento preferisca il primo al secondo, anche per mere questioni tattiche. Occhio però a non accantonare il talento di Linz: troppe volte in passato si è creduto di poter fare a meno di lui, salvo essere smentiti.


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