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Torino-Inter - Uno e otto per il duello Belotti-Icardi. UCL racchiusa nel 5

di Gianluca Scudieri

Si ferma subito la rincorsa al terzo posto da parte dell’Inter con il pareggio in trasferta in quel dell’Olimpico Grande Torino contro la squadra di Mihajlovic. Un 2-2 che lascia pochissime speranze per il prosieguo del campionato per i nerazzurri e che andiamo a ripercorrere in questo appuntamento con “Da Zero a Dieci”.

ZERO - I tiri in porta di Andrea Belotti e Mauro Icardi nei primi quarantacinque minuti della sfida di sabato pomeriggio. I due erano gli uomini più attesi della sfida, ma hanno dovuto soffrire moltissimo contro i rispettivi avversari rendendosi pericolosi solo nella seconda frazione di gioco. Questo particolare scontro lo ha vinto il ragazzo di Calcinate che, nonostante la pressione di Miranda e Medel, ha realizzato due conclusioni contro la singola di Mauro Icardi.

UNO - Il passaggio chiave effettuato da Ever Banega contro il Torino. Reduce da due ottime prestazioni, l’argentino ha reso leggermente sopra il par nell'incontro di sabato pomeriggio venendo sostituito da Eder. La prestazione leggermente negativa è da imputare alla pressione del Torino su di lui e sul poco movimento effettuato dai compagni di reparto. 

DUE - Gli errori gravi di Hart che hanno concesso all’Inter prima di trovare il vantaggio, poi di riacciuffare il pareggio. Il portiere inglese non è nuovo a questo genere di prestazioni altalenanti e il rammarico dei nerazzurri è quello di non averlo messo più sotto pressione portandolo, magari, a sbagliare una terza volta.

TRE - I duelli aerei vinti da Miranda sui 4 in cui è stato chiamato in causa, molto spesso contro Andrea Belotti. Il difensore brasiliano, contro uno dei clienti più scomodi in tutta la Serie A, ha dato l’ennesima dimostrazione silenziosa di come sia uno dei migliori centrali del mondo e non abbia bisogno di finire in tribuna su di uno sgabello per imparare le lezioni: lui le lezioni le impartisce direttamente dal rettangolo di gioco. Un vero professore.

QUATTRO - Gli italiani dell’Inter convocati in Nazionale, il massimo insieme alla Juventus. Non si parlerà di blocco Inter perché sarebbe anche eccessivo farlo, ma si tenderà a far passare in secondo piano questo dato che è il più tangibile cambiamento dal cambio di proprietà a questa parte: D’Ambrosio, Gagliardini e Candreva sono tre titolari inamovibili dell’undici di Pioli, Eder è il 12° uomo, quello che più volte entra dalla panchina. E chissà, magari dopo il mercato estivo potrebbero essere ancora di più i convocati nerAzzurri.

CINQUE - I gol in campionato di Antonio Candreva dopo la rete del 2-2 di sabato pomeriggio. Dall’ex Lazio forse ci si aspettava un maggiore contributo in zona gol in questa stagione, ma la cosa è avvenuta a fasi alterne e questo sta un po’ facendo penare l’Inter che si ritrova soltanto un marcatore in doppia cifra dopo 29 giornate, quando le dirette concorrenti ne hanno due, se non tre come nel caso del Napoli. Ad esempio il tridente offensivo della Roma composto da Dzeko-Nainggolan-Salah (assente a lungo per la Coppa d’Africa) ha realizzato 40 reti, il Napoli con Hamsik-Insigne-Mertens ha totalizzato 42 gol, mentre Candreva-Perisic-Icardi ne ha segnati 34 (35 se si usano le 6 reti di Banega al posto delle 5 di Candreva). Un po’ pochino.

SEI - Quella di Acquah è la sesta rete subita dall’Inter nel quarto d’ora successivo all’intervallo. Solo nel quarto d’ora antecedente la pausa ha subito più reti e dunque si può dire che a cavallo del 45° minuto l’Inter ha subito 14 reti, quasi la metà delle 31 complessive. 

SETTE - I tackle positivi nella prestazione di Geoffrey Kondogbia, il migliore dell’Inter. Dopo essersi messo in tasca Kessié settimana scorsa, il francese ha replicato la propria prova arginando in ogni occasione gli avversari diretti nonostante la loro superiorità numerica a centrocampo (cosa che ha sofferto anche Gagliardini). Sicuramente nella prova dell’ex Monaco ci sono degli errori di troppo in disimpegno, ma in pochi avrebbero retto per 75 minuti la pressione di Acquah, Baselli e Lukic riuscendo a strappare a loro ben 7 palloni dai piedi. Dovesse migliorare anche nella lettura dei tagli diventerebbe un giocatore totale e ancor più imprescindibile per questa squadra.

OTTO - I palloni toccati in meno da Mauro Icardi rispetto ad Andrea Belotti nella seconda metà di gioco i quali, sommati ai sei della prima frazione, regalano un -14 per l’attaccante argentino. Le caratteristiche dei due è arcinoto siano completamente differenti, ma in certi casi l’Inter ha la necessità di trovare il proprio centravanti per allentare la pressione e questo non si può fare con Icardi che preferisce la verticalità. Il fatto che dopo il gol del pareggio, nel momento di massima pressione offensiva dei nerazzurri, il capitano abbia toccato solamente sei palloni, è identificativo di come la squadra di Pioli abbia dovuto sviluppare in altri modi la manovra, altri modi che non prevedessero il coinvolgimento del miglior goleador di questa squadra.

NOVE - I minuti complessivi in cui c’è stata una situazione diversa dalla parità. Prima l’Inter ha tenuto il vantaggio per 6 minuti dopo il gol di Kondogbia, poi i granata hanno resistito per soli tre minuti dopo la rete di Acquah che sembrava aver indirizzato a loro vantaggio la sfida.

DIECI - I punti di distanza dal secondo posto della Roma. Questo pareggio aumenta di due punti il differenziale rispetto alla squadra di Spalletti e, paradossalmente, gli 8 punti erano gli stessi che c’erano prima dello scontro diretto del 26 febbraio scorso. L’Inter in un mese ha perso soltanto due punti rispetto alla Roma, quelli di sabato, ma va sottolineato come, vincendo quello scontro diretto i punti sarebbero quattro in questo momento. 


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