Un nove che sia da stimolo, un sette da migliorare e un tre che mancava da troppo tempo
L'Inter torna alla vittoria davanti al proprio pubblico. Dopo l'ottimo secondo tempo dello Juventus Stadium che bene aveva fatto sperare i tifosi nerazzurri, la squadra di Mancini conferma le attese battendo una diretta concorrente al terzo posto, con un risultato rotondo, come è il 3-1 finale. Andiamo a evidenziare i principali dati statistici nel consueto appuntamento con “Da Zero a Dieci”.
ZERO – I gol subiti nel primo quarto d'ora nella gara contro il Genoa di Gasperini. Era un po' diventato il principale problema della squadra nerazzurra quello dell'approccio sbagliato alla gara, che si evidenziava nei tanti (7) gol subiti a freddo nelle gare sin qui disputate, ma gli uomini di Mancini non solo non hanno subito reti nel primo quarto d'ora, ma sono andati in vantaggio a loro volta in questo lasso di tempo. Una positiva inversione di tendenza.
UNO – Il gol in maglia nerazzurra di Nemanja Vidic. “Finalmente Nemanja”, questo quanto pensato da tutti i tifosi dell'Inter quando il serbo ha chiuso la gara con un colpo di testa dal limite dell'area piccola siglando il 3-1 definitivo. Al di là della rete, la prestazione dell'ex Manchester United è stata ai limiti della perfezione dimostrando di non essere quello tanto criticato nella prima parte di stagione e di meritare più considerazione in fase di scelta da parte di Roberto Mancini.
DUE – I gol consecutivi in casa realizzati da Rodrigo Palacio. Dopo quello contro la Lazio, l'attaccante argentino va a segno anche contro la sua ex squadra denotando un miglioramento fisico, sebbene n queste ore si dovrà sottoporre a visite mediche in Olanda per controllare quella caviglia che lo tormenta dall'amichevole pre-mondiale contro Trinidad e Tobago. Non male, comunque, per un infortunato, come prestazione.
TRE – Le reti messe a segno dall'Inter contro il Genoa. Per la prima volta in stagione si raggiunge questo bottino in 90 minuti, e per la seconda volta, dopo la gara interna con il Sassuolo, i nerazzurri superano le due reti realizzate. La fase realizzativa pare essersi rinvigorita dopo l'arrivo di Lukas Podolski, in attesa di Xherdan Shaqiri, e la squadra inizia a convertire le tante occasioni create. Che questo possa essere un buon segno in vista del girone di ritorno in cui l'Inter dovrà tentare la rimonta per il terzo posto. E i gol serviranno.
QUATTRO – Quella contro il Genoa era la quarta gara in casa dopo l'ultima vittoria dei nerazzurri sul suolo amico, avvenuta contro l'altra genovese, la Sampdoria (1-0, Icardi su rigore allo scadere). Quasi tre mesi sono passati dall'ultima volta che il pubblico di San Siro ha potuto festeggiare i tre punti, adesso la squadra di Mancini deve invertire la tendenza e usufruire della spinta dei propri tifosi (più di 50 mila unità ieri) nella corsa all'ultimo posto nell'Europa dei grandi.
CINQUE – Le occasioni create dal tridente di trequartisti alle spalle di Mauro Icardi, composto da Podolski, Hernanes e Palacio. Due a testa per il tedesco e il Trenza, una per Hernanes, l'assist da corner in occasione del gol di Icardi. Probabilmente non saranno loro tre alle spalle del rosarino contro l'Empoli, visto il ritorno di Kovacic dalla squalifica, ma la qualità di cui può servirsi l'Inter è indiscutibile. Se a questi si aggiunge anche l'ultimo arrivato Shaqiri si può ben capire come la panchina sarà un punto di forza in questa zona determinante del gioco.
SEI – Il numero che veste Marco Andreolli, capitano dell'Inter nella gara di ieri. Dopo l'elogio della prestazione di Nemanja Vidic, è obbligatorio soffermarsi su colui che ha preso il posto e i gradi di Ranocchia diventando capitano per la prima volta in Serie A della squadra in cui è cresciuto. La gara di Andreolli è stata molto precisa in fase di chiusura, un po' pasticciata in fase d'impostazione, come lo ha più volte rimproverato Mancini. Il centrale veneto si rende tra l'altro protagonista della scena più divertente della giornata quando colpisce Mancini in viso causando l'ilarità dell'allenatore e non solo. Ma, scherzi a parte, la sua è una prestazione molto positiva.
SETTE – Le volte in stagione che l'Inter è passata in vantaggio su diciotto gare. In una sola occasione, contro l'Udinese, non è rimasta imbattuta: il record complessivo è di 6 vittorie e una sconfitta. Poche volte, meno del 39% delle occasioni disponibili, l'Inter ha aperto le marcature, ma quando c'è riuscita solo una volta ha perso punti, segnale di una squadra che sa anche soffrire per preservare il vantaggio. L'importante, si augura Mancini, è che le sofferenze siano poche e che aumentino le occasioni in cui i nerazzurri mettano per primi la testa avanti e siano in grado di gestire il punteggio senza patemi.
OTTO – I passaggi sbagliati da Gary Medel negli 87 minuti disputati contro il Genoa. Schierato nella cerniera di centrocampo al fianco di Guarin, il cileno soffre meno di solito in fase d'impostazione, sebbene i rossoblu pressino molto alti. Giocare con Guarin, o con un mediano con doti tecniche superiori alle sue lo tranquillizzano e forse lo deresponsabilizzano dalla fase di costruzione della manovra e il suo livello nelle giocate aumenta. Tanta corsa e anche un assist al bacio per Icardi che gira in semi rovesciata quello che poi sarà il pallone insaccato da Palacio per l'1-0.
NOVE – La posizione occupata in classifica dall'Inter. Letta così fa storcere il naso, ma se si contestualizza non è altro che il segnale di come la squadra guidata da Mancini voglia risalire la china: meno uno dal Milan, meno 6 dal terzo posto occupato dalla Lazio e solamente 5 squadre a dividere le due compagini, contro le 7 che c'erano non più tardi di sei giorni fa. La rimonta passa da qui e da questo nono posto da migliorare assolutamente.
DIECI – I gol realizzati da Mauro Icardi in Serie A in 18 giornate, uno in meno del leader della graduatoria Carlos Tevez. Due reti consecutive, tre nelle ultime cinque. Ottavo gol realizzato in casa, primo di testa e tante occasioni create. Mauro Icardi inizia anche a sacrificarsi in fase difensiva pressando i primi portatori di palla e regalando più di un sorriso a Mancini e non solo. Manca sempre un po' di cinismo, anche se 10 gol su 21 tiri nello specchio sono tanta roba, una percentuale quasi da cestista che tira da sotto canestro.