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Milito fa crac e sulla Nord cala il silenzio. Poi è derby

di Fabrizio Valenti

Inter-Cluj e la Nord ancora collocata al primo verde. Fa freddo e malgrado alla vigilia tutto facesse pensare alla sistemazione tradizionale al secondo verde, poco prima della gara il contrordine. Tutti giù al primo  verde. Bella la Nord quando è dietro la porta, in stile Marassi. Che è un po' lo stile "english". Si comincia con qualche bombone, tante bandiere e fumogeni. Benchè dentro al Meazza non ci siano più di 15 mila spettatori per questo sedicesimo di Europa League, il pubblico si sente. Eccome se si sente. Primi numeri di 'Kovac' e primi applausi. Al 7' il dramma del Principe. E cala il silenzio. Fatalità vuole che il terribile infortunio, che ne potrebbe minare la prosecuzione della carriera, avvenga proprio sotto la Nord. Momenti di disorientamento. Arriva la barella. Si capisce subito che è qualcosa di grave, molto grave. Esce il 22 entra il Trenza. E' lui con il Guaro e "Benebene" Cassano a fare la differenza là davanti. I ragazzi della Nord sostengono l'undici di Stramaccioni. Il gol è vicino. Dopo l'occasione che Cambiasso e Palacio non concretizzano ci siamo. Perfetta imbeccata di Guarin e Rodrigo la mette. Nord in visibilio. In mezzo si comincia a 'pogare'. "Tutti a destra, tutti a sinistra... forza Inter!". Immancabile si forma il buco in mezzo  per lo spostamento della massa. I seggiolini ballano. E "Il Rosso" dal mezzo della curva della ringhiera lancia i primi "Chi non salta rossonero è...". E per quelli che non cantano o, comunque, non sono troppo convinti, arriva l'ammonimento in rima: "E chi non canta va a vedere il Milan, e chi non canta resta a casa, che c....o viene a fare qua....".

Il derby è vicino. Manca poco più di una settimana. Così nel secondo tempo scattano le prove generali. Si riavvolge il film della memoria. E si torna a quel mitico derby del gennaio 2012. Inter che vince in trasferta dopo un assedio dei rossoneri. Il Principe, ancora lui, l'incubo di Abate, che la mette dentro. La coreografia della Nord è immensa. E' una "coreo" in movimento, che continua a cambiare. Con i ragazzi in transenna che danno il tempo: "5,4,3,2,1....Milan, Milan, vaffa...". Il tormentone fa da colonna sonora ai cambi di scena. E così anche ieri sera il refrain è sempre quello. Forse, perché porta bene, o forse, perché i ragazzi stanno preparando un'altra "coreo" spettacolare. Per Balotelli c'è indifferenza. Dopo i 15 mila euro di multa fioccati dopo Inter-Chievo, nessun coro offensivo diretto. Ma uno, quello sì, che esprime un concetto molto chiaro: "A noi di Balotelli non ce ne frega un. caz.... Milan, Milan, vaffa...". Un coro che fa il verso a quanto dichiarato qualche ora prima da un grandissimo nerazzurro Josè Mourinho: "Balotelli al Milan? Normale. Fosse andato Zanetti, quella sì sarebbe stata una tragedia". Si va avanti così fino alla fine. Prima del fischio finale c'è tempo per esultare ancora. Il Trenza implacabile sfrutta al meglio un assist stupendo di "Kovac". Milan e Mario avvisati: nessuna resa. Non si molla niente. Anche senza il Principe.


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