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2026 is coming. Imparare dai vecchi errori

di Raffaele Caruso

Il 2026 è dietro l'angolo e stiamo per salutare il 2025. Un anno vissuto sulle montagne russe delle emozioni, concluso però a mani vuote e senza titoli. Anche l'ultima possibilità, in Arabia, l'Inter l'ha sprecata, tirando tre rigori su cinque in maniera molto rivedibile.

La certezza è che l'Inter passerà il Natale da capolista. Cosa assolutamente non scontata dopo quanto accaduto in estate e dopo le 4 sconfitte rimediate in campionato contro Udinese, Juventus, Milan e Napoli. 

Il nostro 2025 si chiuderà con un altro big match, Atalanta-Inter. E il 2026 si aprirà con Bologna, Parma e Napoli. Tradotto: 3 big match nelle prossime 4 partite per l'Inter. 

La squadra nerazzurra sembra soffrire questo trend negativo e maledetto nei big match. Sembra non uscirne più. Puntualmente, come accaduto poi nella lotteria dei calci di rigore contro il Bologna, questa squadra pecca nella mentalità.

C'è chi parla di arroganza, supponenza o presunzione. Chi attribusisce tutto alla sfortuna. La verità sta nel mezzo. L'Inter deve imparare dai passati errori, deve essere più cattiva nella speranza che la ruota alla fine possa girare anche dalla tua.

Ad essere più cattivi però devono essere in primis i senatori. Bastoni, Barella, Dimarco e via dicendo. Persino il grande motivatore-comunicatore Chivu non è ancora riuscito a far scattare dentro questi giocatori la giusta scintilla per svoltare nei big match e nei momenti decisivi della stagione. Non può essere un caso e la sfortuna non deve essere un alibi. Questa squadra gioca un calcio meraviglioso e ha raccolto molto di meno rispetto a quanto meritava. 

Chi però deve imparare dai passati errori è anche la dirigenza. Lo scorso gennaio sarebbe bastato regalare a Inzaghi un attaccante, sostituendolo a Taremi, Arnautovic e Correa, per vincere uno scudetto, perso di un punto nella cavalcata finale contro il Napoli. L'apporto dato dai tre è stato quasi pari a zero, tranne per qualche exploit sporadico. L'assenza di Dumfries, uno dei 30 finalisti del Pallone d'Oro, non può non essere colmata. Discorso applicabile anche in caso di partenze di De Vrij e Frattesi. Anche perché il mercato estivo si è concluso con un nulla di fatto dopo aver assaporato l'idea di arrivare prima a Lookman e poi a Koné. Il 2026 deve essere l'anno della verità per l'Inter. Squadra e società. 


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