Addio anni bui: cresce bene l'Inter senza Icardi
Sei punti su sei e grande fiducia nelle proprie potenzialità. L'Inter non poteva sperare in un avvio migliore di stagione: battute Lecce e Cagliari e conferme di una crescita sostanziale nonostante i tanti mutamenti tecnico-tattici. Forse neppure Antonio Conte poteva pensare di trovarsi così avanti nella creazione del nuovo gruppo. E per 'nuovo' non si intende solo a livello di uomini, ma a 360 gradi: dalla tattica alla mentalità, fino alle ambizioni e agli obiettivi.
Era stata un'Inter a tratti spumeggiante e autoritaria quella del 4-0 al Lecce; è stata un'Inter coriacea e cocciuta quella del 2-1 di Cagliari. Avversari diversi, atteggiamenti diversi, ma stesso risultato. E questo non può che fare bene a tutto l'ambiente, carico di entusiasmo dopo l'arrivo del nuovo allenatore e dopo un mercato senz'altro positivo. La rosa ha cambiato pelle, specie nell'anima: chi già c'era si sta adeguando e chi è appena arrivato sembra già essersi adattato.
Il segno di questo cambiamento è senza dubbio la sostituzione di Mauro Icardi con Romelu Lukaku. Un avvicendamento anche piuttosto simbolico se si tengono presente le caratteristiche dei due attaccanti. Da una parte l'argentino, punta quasi avulsa dal gioco di squadra, tanto bravo negli ultimi 16 metri quanto ectoplasmatico nel resto del terreno di gioco; dall'altra il belga, centravanti ma non solo, capace di coprire larghe fette di campo, fare a sportellate con gli avversari, mettersi a disposizione degli altri e mandare in porta i compagni. È come se fosse cambiata la filosofia stessa dell'Inter. Quella filosofia che aveva ricercato spesso anche Luciano Spalletti, scontrandosi evidentemente talvolta con qualche muro di gomma. Conte l'ha detto fin dal primo giorno: il bene della squadra al di sopra di tutto. E così dovrà essere.
L'addio di Icardi, per certi versi, rappresenta la scissione netta con il lungo periodo cupo che ha attraversato l'Inter nel post-Triplete. Maurito è stato frontman e capitano di un club del "vorrei ma non posso", proprio come lui. E l'Inter, proprio come lui, non ha toccato le vette che potenzialmente avrebbe potuto toccare. Pieni di contraddizioni, di errori, di picchi e di cadute: anni difficili, con qualche illusione e tante delusioni. Ora la fine del tunnel è stata certificata dall'addio al settlement agreement e da una rinnovata stabilità economica, che non a caso combacia con un nuovo slancio anche sotto il profilo dei risultati di campo. L'Inter, dopo aver "rivisto le stelle", ora è tornata a fare la voce grossa sul mercato e a incutere timore sia a livello nazionale che internazionale. Manca ancora qualche step per chiudere la pessima parentesi post-Triplete e riporre nel cassetto questi lunghi anni di transizione, ma Zhang e compagnia sono convinti che ormai il percorso virtuoso sia stato tracciato.
E allora addio Icardi, peccato per ciò che poteva essere e non è stato. Benvenuto Lukaku, che l'Inter possa sorgere con il belga a nuova vita. I primi passi sono incoraggianti.