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Al Camp Nou con "voglia di vincere" e... Onana. Inzaghi ha capito come si torna Inter

di Daniele Alfieri

Tutti volevano e si aspettavano la LuLa, ma per quella ci sarà ancora da attendere, nel frattempo l'Inter offre un seguito alla vittoria contro il Barça salendo sulle ali del suo Cigno di Sarajevo. Con Lukaku che rallenta il suo recupero ai box e Lautaro più uomo squadra e meno Toro decisivo in area (l'ultimo gol in nerazzurro risale al 30 agosto scorso contro la Cremonese) la squadra di Inzaghi non perde la rotta nemmeno quando è trafitta da Frattesi, reagisce come ai vecchi tempi e trova subito il secondo gol che le permette di portare a casa tre punti preziosissimi per restare agganciata al treno delle rivali. The man of the match è il solito, vecchio (si fa per dire) Edin Dzeko, che a Reggio Emilia trova finalmente il gol numero 100 in Serie A e poi arrotonda con il 101. La carica che trascina l'Inter è tutta sua, 'scusate il ritardo' il messaggio fra le righe nell'intervista a fine partita, quando scherza sui due gol annullati contro Roma e Barcellona. L'Inter nel complesso fornisce un'altra prestazione da vera squadra, valorizzata da un periodo che non può essere tra i più brillanti dati gli impegni ravvicinati e le assenze di Big Rom e Brozovic. Ma per vincere Inzaghi non ha bisogno di magie, a volte basta dia fiducia a chi merita e, nei casi di evenienza, che tiri fuori un un cigno dal cilindro.

Proprio quando il copione sembrava segnato sulla falsariga del derby, dell'Udinese e della Roma (rimonta subita dopo iniziale vantaggio) stavolta i nerazzurri hanno l'unione e la forza che li spinge a reagire. Determinanti in positivo i cambi, a parte forse il solo Skriniar che avrebbe potuto rendere un po' più complicata la mira del cross a Rogerio. Come Dzeko, anche Mkhitaryan dimostra che l'esperienza unita alla qualità tecnica può essere un'arma in grado di indirizzare le partite, ma per servirsene servono anche i partner adatti. Vedasi ancora una volta alla voce Darmian, il jolly garanzia nel mazzo di carte di Inzaghi. Che sia per difendersi o per attaccare, a destra o a sinistra per far rifiatare Dimarco (Gosens diventa il terzo nelle gerarchie?), l'ex United si conferma per la terza stagione uno degli acquisti più azzeccati degli ultimi anni. Dallo scambio con l'esterno, Micki pennella sulla testa di Dzeko che nel frattempo usa uno dei suoi trucchi da bomber navigato per liberarsi di Ferrari: 69 anni in due tra assist e gol, eppure corrono e decidono un match storicamente tra i più ostici nella lunga stagione nerazzurra. Sempre più convincente nel ruolo di play-maker Calhanoglu, mentre Asllani raccoglie i suoi primi punti esperienza. Giusta l'alternanza, in attesa del rientro del titolare dall'esultanza Epic.

Alternanza che desideriamo non venga più associata a chi deve difendere tra i pali. Onana urla, sbraccia, esulta, incita "dai, dai", come se giocasse da sempre nell'Inter, ma soprattutto vola in uscita e para, anche di piede. Il Sassuolo si coalizza per colpirlo rasoterra, ma lui è agilissimo e dice sempre di no. Prima della partita c'era stato il discorso di Handanovic, senz'altro una guida nello spogliatoio, ma è arrivato il momento che, da vero capitano, anteponga ai suoi ovvi propositi di continuità il bene della squadra. L'errore maggiore ovviamente non era stato suo, ma del tecnico che ha continuato a scegliere Samir nonostante avesse a disposizione un altro portiere d'assoluto livello, capace di infondere tutt'altra sicurezza anche all'intero reparto, come visto contro il Barça e a Reggio Emilia. Bene dunque i cambi in partita (per la sostituzione di Asllani ammonito è stato atteso l'intervallo), quelli dei cinque titolari rispetto a martedì e anche il nuovo registro comunicativo. Se prima la sconfitta contro il Bayern non veniva considerata al pari di quelle subite in campionato, in quanto i bavaresi sarebbero di un'altra categoria, mercoledì si va al Camp Nou con "voglia di vincere" e di "fare la nostra partita". Dopo l'oblio di inizio stagione, la sensazione è che Inzaghi e la squadra abbiano di nuovo in mano la chiave per tornare Inter.


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