All or nothing Inter: il piacere di vincere condensato in 120' di passione con la Juve
di Mattia Zangari
Dichiarazioni che valgono più di un trofeo da mettere in bacheca, ieri sudato fino al gol liberazione di Sanchez al 120', perché dopo il triplice fischio di Doveri il gap resta e in più la Juve, dopo un decennio da dominatrice assoluta, ha perso la rara occasione per non concludere la stagione con zero titoli per la seconda volta dall'insediamento di Andrea Agnelli come presidente. Ora rimane la magra consolazione della Coppa Italia, dal momento che la Champions League appare pura utopia senza quel Chiesa che è l'unico ad avere una dimensione internazionale. Il rischio del fallimento sportivo è dietro l'angolo (lo scudetto ora è il quarto posto), un epilogo quasi scontato dopo che la proprietà ha sbagliato tutte le scelte al culmine di una programmazione eccellente partita con l'inaugurazione dell'Allianz Stadium: il divorzio da Beppe Marotta è stato il primo segnale dell'inizio della fine, coincisa con la detronizzazione dopo nove anni di dominio e l'esilio del re CR7 in Premier. Così l'Inter si è presa tutto lasciando a bocca asciutta la Juve, in un'inversione dei ruoli che per ora ha emesso una sola sentenza: l'abdicazione al ruolo di protagonista della Vecchia Signora. Per capire la continuità della Beneamata ad alti livelli occorrerà aspettare almeno qualche mese, anche perché nel frattempo il Milan è uscito dall'anonimato ed è pronto a recitare il ruolo di antagonista meglio di quanto siano riusciti a fare Roma e Napoli dal 2012 in poi. "Stiamo in allerta perché nel calcio cambia tutto in una settimana", ha ammonito martedì scorso capitan Handanovic. Sottolineando che non esiste divertimento senza quel 'piacere di vincere' che si prova solo alla meta. Ieri, in una notte lunghissima al Meazza, l'Inter ha sperimentato la paura di non farcela per 119', contro un avversario inferiore e indebolito dalle numerose assenze, prima di godere del primo trionfo della gestione Inzaghi. Tutto o niente nel giro di qualche secondo, un monito anche per il futuro.
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