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Altro che Icardi: le assenze che pesano sono altre. E ora che qualcuno pensi al Genoa

di Alessandro Cavasinni

L'altalena non si ferma e l'Inter continua a ondeggiare tra vittorie rigeneranti e rovesci inaspettati. Dopo i successi con Spal e Milan, domenica sera è arrivato il ko con la Lazio. Una partita troppo lineare per una squadra che invece avrebbe bisogno estremo di quella sana pazzia che spesso le è stata accostata. Sotto di un gol dopo aver fallito il vantaggio, l'Inter non è riuscita a pareggiare, risultando sterile nel suo assedio alla porta di Strakosha. Una frustrazione che ha ricordato quella già vista contro l'Eintracht Francoforte. In entrambe le partite è mancato Lautaro Martinez: non può essere un caso.

L'assenza del Toro si sta rivelando molto più pesante di quella del connazionale ed ex capitano, almeno stando al campo. Da quando Mauro Icardi si è autoescluso, fino alla Lazio, l'Inter in campionato le aveva vinte tutte a eccezione di Firenze (e sappiamo perché) e Cagliari (pesanti responsabilità arbitrali anche qui). Insomma, appare sproporzionato in ottica risultati il tanto parlare di Maurito, che per quasi due mesi ha millantato un infortunio insormontabile (mai certificato tale dallo staff medico) per poi restarci male per la non convocazione di domenica pretesa dopo pochi allenamenti in gruppo. Invece si è parlato poco dell'ex Racing, un attaccante che segna e che fatica per la squadra. Senza dimenticare l'altro infortunato di lungo corso, ossia Radja Nainggolan. Per chi guarda attentamente le partite dell'Inter, non è una novità: se mancano loro due, sono guai. E non è ovviamente colpa di Keita: il senegalese può fare e sa fare la prima punta, ma il discorso è che è stato fermo circa due mesi e non è al meglio della condizione.

E allora i nerazzurri si ritrovano a leccarsi le ferite ancora una volta, proprio quando il peggio sembrava alle spalle: derby vinto, strappo con l'ex capitano quasi ricucito e tutto che filava liscio. Invece no. Maledetta sia la sosta, che depaupera l'attacco, impoverisce la difesa (ko pure De Vrij) e limita le scelte di Luciano Spalletti proprio nel momento in cui ci sarebbe bisogno di tutti visti gli impegni ravvicinati. Sperando che le umilianti mediazioni siano terminate (definizione quantomai azzeccata: bravo Luciano), al Ferraris si spera di poter avere qualche carta in più da giocare. Magari un Nainggolan con più minuti nelle gambe. Magari un Icardi pronto in panchina. Chissà.

La certezza è che adesso bisogna darci un taglio. Dirigenti, allenatori, centravanti, mogli e avvocati. Tutti. Si dica stop alle schermaglie e si faccia il bene dell'Inter. Qualcuno pensi al Genoa. E poi all'Atalanta. E poi al Frosinone. Fino all'ultima giornata. La conferma nei primi quattro posti non è argomento su cui trattare. Chi non lo capisce stia lontano da Appiano Gentile.

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