Anche la transition è uno spettacolo
Non possiamo urlarlo contro il cielo, come direbbe il tifosissimo Ligabue, ma possiamo affermarlo con una buona dose di certezza: mancano pochissimi punti di uncinetto (e non solo) e l’Inter si cucirà lo scudetto anche sulla maglia della prossima stagione. Al termine della sfida di Torino resta un po’ di amaro in bocca per aver subìto un pareggio in pieno recupero nonostante la superiorità numerica, ma la piccola delusione è più figlia della volontà di battere la Juventus sempre e comunque, insita nel Dna del sostenitore interista. Poco importa, in soldoni l’1-1 è quello che ci serviva, il vantaggio rimane invariato e i bianconeri ne escono ridimensionati. Meglio, per loro, cominciare a pensare a rinforzarsi in vista della prossima stagione, cercando di portare a casa almeno la Coppa Italia. Quest’anno lo scudetto non è mai stato lontano da Milano, sponda nerazzurra. Scampoli illusori sono emersi a destra o sinistra nella prima parte della stagione, poi la capolista ha deciso che era arrivato il momento di chiudere i conti e ha serrato le fila, dimostrando di essere una squadra poco spettacolare, ma tremendamente efficace.
Se n’è accorta la Juventus nel derby d’Italia, ultima chance per dare un senso alle ultime 6 giornate: difficile superare il muro nerazzurro, anche muniti delle migliori intenzioni. Facile puntare il dito contro il gioco di Mourinho, che non diverte gli esteti del pallone, ma chi qualcosa ne capisce considera di certo una forma di spettacolo anche la compattezza di questa Inter, perfetta (fino al 91’…) anche nella sfida più delicata, dove sapeva di trovarsi di fronte un avversario con il sangue agli occhi. Chi potrebbe non definire spettacolare il contropiede (che Mou definisce transition) che ha portato Balotelli davanti a Buffon per il gol del vantaggio? Oppure la copertura di Cordoba e Samuel davanti a Julio Cesar, quella di Zanetti e Chivu sulle fasce e la diga formata da Cambiasso e Muntari a metà campo? Non è uno show offensivo, ma un lato bellissimo del pallone e anche questo modo di giocare porta risultati. I numeri parlano chiaro, con buona pace degli esteti.
È andata bene, com’è giusto. Un pareggio che non demolisce il morale dei bianconeri, ma è una pietra tombale sulle sue speranze di riaprire il discorso scudetto. Non si tratta di ottimismo, ognuno è libero di toccare ferro, ma restando in tema di numeri Mourinho ha vinto il suo primo scudetto con il Chelsea presentandosi a 6 giornate dalla fine della Premier League con 9 punti di vantaggio. Ora ne avrà 10, statistiche alla mano si tratta di un vero e proprio fortino. Non sono i 13 che l’Inter ha toccato fino a 4 minuti dalla fine del derby d’Italia, ma ci si può accontentare. Ora non resta che pensare all’ultima impresa, in Coppa Italia contro la Sampdoria: per rimanere in corsa nel torneo bisogna ribaltare lo 0-3 dell’andata. Per farlo la compattezza e l’attendismo non saranno sufficienti, servirà uno slancio offensivo di rara intensità. Proviamoci.