Ancora la prima squadra di Milano
In vista del Derby di sabato, girando per le vie di Milano (sempre indossando la mascherina), noto un grande ottimismo da parte dei tifosi del Milan. E un po’ di preoccupazione da parte di quelli dell’Inter. Stesso discorso sui social, che di solito rappresentano la cartina tornasole dei sostenitori italiani. Ci sta. D’altronde ai nerazzurri mancherà quasi mezza squadra. E non è un modo di dire. Mentre le assenze per coronavirus dei rossoneri - non me ne vogliano Duarte e Gabbia - sicuramente non possono essere minimamente comparate alle defezioni della Beneamata. Non si deve dimenticare – e questo non è un particolare da poco – che Pioli abbia avuto a disposizione in questa sosta molti giocatori della rosa. A differenza di Conte che alcuni giorni fa si è trovato solo con 4 effettivi ad Appiano Gentile. In più – e questo è dato statistico oggettivo – da quando si gioca a porte chiuse il Milan va fortissimo. Quasi a ritmo Scudetto. Ha iniziato la stagione come doveva, con solo vittorie in campionato, e qualificandosi, seppur rischiando una figuraccia epocale, dai preliminari di Europa League. L’Inter è a - 2 in classifica. Crea tanto ma non è così cinica come potrebbe sembrare. Dietro balla e certamente il probabile terzetto D’Ambrosio-De Vrij-Kolarov non è quello delle partitissime.
Allora tutto nero per il Biscione? Direi assolutamente di no. Rovesciamo per il momento il lato della medaglia e proviamo a leggere e a interpretare statistiche e risultati. Sicuramente ai nerazzurri mancheranno giocatori importanti. E questa volta non ci sarà una panchina lunghissima con 3/4/5 pezzi da novanta seduti vicino al mister salentino al fischio d’inizio della gara. Ma in campo scenderà comunque una formazione di tutto rispetto. Competitiva, che di certo non ha nulla da invidiare a quella dei rivali, anzi. Perciò anziché piangere su quel che poteva essere e che non è stato, si dovrebbe essere soddisfatti della rosa a disposizione. È poi vero che allenarsi col gruppo al completo è importante, anzi fondamentale, soprattutto nel calcio moderno dove ogni dettaglio può fare la differenza. Ma anche in questo contesto ci sono dei particolari che possono essere caricanti per i giocatori della Beneamata: praticamente tutti sono stati decisivi con le proprie Nazionali. Barella migliore in campo contro l’Olanda, Lukaku è salito a 43 reti in 44 partite con il Belgio, Lautaro ha guidato l’Argentina a una vittoria in Bolivia che mancava da 15 anni, Sanchez è entrato nella storia del Cile come goleador massimo della proprio Paese (con Vidal si è mostrato il solito condottiero), De Vrij ha annullato Dzeko e Immobile, mentre Eriksen ha segnato tre gol in altrettante gare con la Danimarca.
Secondo voi questo cosa significa? Per me la risposta è abbastanza semplice e scontata. Si tratta di giocatori forti. Alcuni lo hanno già dimostrato in passato, altri lo stanno iniziando a fare. È vero, all’Inter non hanno ancora vinto nulla. Per poter essere considerati al 100% dei fuoriclasse, e non solo degli ottimi atleti, dovranno necessariamente alzare al cielo qualche trofeo con la casacca nerazzurra. Ma le basi ormai ci sono, è inutile nascondersi. E se fossi in Antonio Conte direi proprio questo ai miei ragazzi prima del Derby. “Rispettate il Milan. Sono in un ottimo momento di forma e mentale. Se pensate di scendere in campo e di aver già vinto per i 4 schiaffi dell’ultimo match, allora andremo incontro ad una figuraccia. Ma se al contrario vi focalizzate al 100% sulla gara, lottando su ogni pallone e con la voglia di far vedere ancora le vostre qualità, uscirete da San Siro con il sorriso sulle labbra”.
L’Inter è più forte del Milan. Anche durante una pandemia e anche senza svariati tesserati. E dalle difficoltà possono nascere delle opportunità. Come quella di Eriksen, che sicuramente troverà minutaggio durante la gara. Nella stagione scorsa fu traversa, adesso il danese è carico e sono certo possa incidere sul match. Come Lukaku, quello che i sapientoni indicavano come paracarro, e che oggi senza se e senza ma è il vero re di Milano. Poi certo, tutto può succedere in un Derby, ma questo discorso vale allora per ogni partita. Che quindi i nerazzurri facciano vedere al mondo ancora di essere la prima squadra di Milano.
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