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Anno nuovo, propositi vecchi: cambiamo! Thohir, Mancini, Ausilio: l'Inter che sarà

di Alessandro Cavasinni

Propositi per il nuovo anno? Uno, e molto semplice: tornare a fare l'Inter. Il travaglio si spera stia finendo e il nuovo corso dovrebbe cominciare a decollare. Il lungo addio di Moratti (comunque sempre presente) si è consumato nel 2014 che ormai abbiamo alle spalle; adesso c'è Thohir, con tutto il suo organigramma rinnovato. L'anno passato ci ha lasciato in eredità una classifica che non ci piace e un allenatore nuovo. Non di zecca, però, visto che era già stato a Milano e ci aveva pure vinto parecchio.

''Date al Mancio quel che vuole il Mancio'', potremmo suggerire limitandoci al mese di gennaio. Voci su voci, promesse e ostacoli: il mercato invernale è come al solito pieno di trappole. Un consiglio, se lo chiedete: non date retta a tutto, tipo la storiella di Cerci strappato come Bonaventura. Sono state due trattative diverse, sebbene abbiano in comune il fatto che entrambi sono rossoneri quando potevano essere nerazzurri. Peccato. Ma non si vive di solo Cerci e restiamo convinti che il buon Ausilio assesterà qualche colpo importante. Non per ''rispondere al Milan'', che non avrebbe senso, ma per accontentare Mancini. E questo sì che avrebbe un grande senso.

A febbraio e marzo ci si aspetta quindi un'Inter più disinvolta, con i nuovi arrivi integrati, qualche infortunato recuperato e, in generale, una squadra competitiva e in lotta per il terzo posto. L'obiettivo è questo, poche storie. Non lo diciamo noi, lo dicono i protagonisti nerazzurri a ogni intervista. Il vuoto di potere alle spalle del duopolio Juve-Roma fa ben sperare.

Aprile e maggio saranno i mesi della verità: dentro o fuori. Nel frattempo, chissà, ci saremo goduti un Bonazzoli novello Balotelli (senza augurargli di ripercorrere pure le successive fasi della carriera oltre agli esordi), un Guarin finalmente concreto, un Palacio di nuovo cecchino e una difesa non più 'banda del buco'. Speranze, più che previsioni. Lo stesso sentimento che ci fa pensare alla finale di Europa League, palcoscenico europeo sempre gradito (come dimostra la disperazione degli juventini dopo l'eliminazione dello scorso anno in semifinale).

A giugno si ripartirà col mercato e con le voci incontrollate e incontrollabili. Sarà ancora tempo di sogni e delusioni, fate e fantasmi. Per prepararsi alla nuova stagione, con Mancini dall'inizio e una dirigenza più armonica e pronta, superato il fisiologico periodo di assestamento. ''Anno zero'', ''progetto'': parole vuote in un calcio italiano che non lascia margini di errore, specie a una big. Almeno sul piano sportivo. Diverso è ideare un percorso per il club a livello finanziario: quello è doveroso.

Da agosto si ripartirà con le solite ambizioni. Si arriverà prestissimo a dicembre. E chissà se si sarà tornati a fare l'Inter. Ci consentirebbe di cambiare i propositi per il 2016


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