Basta regali
L'Inter di Simone Inzaghi è una squadra fortissima. La scorsa stagione ha conquistato il ventesimo scudetto che ha portato sulla maglia la seconda stella. Lo ha fatto nel derby giocato in casa loro, pancia del tifoso accontentata. Diciannove i punti finali di distacco dai rossoneri, giunti secondi. Solo due stagioni fa i nerazzurri hanno avuto il merito di ribaltare i facili pronostici, volando a Istanbul per giocarsi una finale di Champions League senza paura contro il City di Guardiola che, ancora adesso, riconosce la casualità di quella vittoria di misura.
L'Inter è una realtà consolidata che può, anzi deve, continuare a primeggiare. Ma nel calcio essere più forti non basta, se non si mantengono nella ricetta gli ingedienti necessari a rendere sempre appetitoso il piatto, ossia concentrazione, umiltà e cattiveria agonistica. Dopo dodici giornate di campionato, la Beneamata è sempre posizionata ai vertici, ma ha già regalato punti pesantissimi in due gare già vinte e in una sul punto di esserlo. Basti pensare al rigore ingenuamente provocato da Bisseck all'ultimo respiro di Genoa-Inter, al 4-4 contro la Juventus a cui è stato permesso di riemergere dalla sabbie mobili nell'ultimo quarto d'ora e al rigore a favore fallito dallo specialista Calhanoglu nel finale della sfida con il Napoli, in quel caso il successo avrebbe proiettato i nerazzurri solitari al primo posto. La classifica di serie A ora propone un'ammucchiata in testa con sei squadre nel giro di due punti.
L'Inter occupa il secondo posto ad una lunghezza dal Napoli. Appaiate ai nerazzurri troviamo Atalanta, Fiorentina e Lazio. Con tutto il rispetto per le formazioni citate, per l'Inter è arrivato il momento di accellerare in campionato come forza della rosa impone. La famigerata sosta per le Nazionali che crea legittima apprensione ai club, ha causato un piccolo problema muscolare a Cahalanglu che, oggi guarderà la partita in Tv, sperando di poter rientrare martedì in Champions League.
A Verona, salvo sorprese, toccherà ad Asllani che continua a ricevere la fiducia di allenatore e società. A Milano è invece tornato con grande entusiasmo Lautaro Martinez che, con un supergol su assist di Messi, ha regalato la vittoria alla sua Argentina contro il Paraguay. Con trentatrè reti realizzate, il Toro ha eguagliato in Nazionale un certo Diego Armando Maradona. Lautaro, oltre ad esserne il Capitano, è un giocatore fondamentale per l'Inter. Il suo ritorno alla migliore condizione è elemento imprescindibile per la squadra vogliosa di tornare a primeggiare senza tentennamenti. Sinora, in campionato, solo cinque reti per l'argentino e qualche prestazione sottotono, ultima quella contro il Napoli. Ma non dimentichiamo i gol decisivi segnati a Udine, a Roma e in casa contro il Venezia. L'impegno, indossando la maglia nerazzurra, non è mai mancato, nonostante qualche idiota sui social abbia insinuato il contrario. L'adrenalina per l'eurogol realizzato contro il Paraguay potrebbe essere considerata più importante della stanchezza fisica accumulata dopo l'ennesimo viaggio oltre oceano. Lautaro in campo dal primo minuto oggi al Bentegodi (ma occhio alla concreta candidatura del Tucu Correa), dunque, affiancato dal fedele partner Marcus Thuram che a San Siro contro l'Italia, ha confermato di essere un gran giocatore, pur non riuscendo ancora a segnare con la maglia della Francia.
Intanto oggi l'Inter recita a Verona con l'obiettivo della conquista di tre punti fondamentali per la corsa in campionato, martedì di nuovo in campo a San Siro contro il Lipsia per continuare a mettere prezioso fieno in cascina, utile per riuscire a entrare tra le migliori otto squadre del mega girone di Champions League. La squadra c'è, Simone Inzaghi è come al solito motivatissimo, i tifosi nerazzurri anche oggi risponderanno presente, invadendo il settore ospiti e non solo del Bentegodi.
È arrivato il momento di decollare definitivamente. Basta regali. Quelli si faranno a Natale, ma alle persone care e agli amici. Non sul campo.