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Bastardi senza gloria. E fra vent'anni anni Orsato ci dirà che era fallo di Rafinha

di Alessandro Cavasinni

Titolo interpretabile, così come lo sono per un arbitro tantissime azioni nel gioco del calcio. Chi sono i 'Bastardi senza gloria'? I vinti? I vincitori? Quelli che stanno in mezzo? Al lettore il compito di... interpretare. Appunto. Con Var o senza, a questo punto, fa poca differenza.

Per 34 partite si è parlato di calcio: tecnica, tattica, difensori, centrocampisti, attaccanti. Gli errori arbitrali c'erano stati, anche grossolani, certamente, ma i numeri ci dicevano che erano stati in numero enormemente inferiore rispetto alle stagioni passate. Si respirava finalmente un'aria di correttezza nel leggere la classifica, con distanze che rispecchiavano ciò che si vedeva in campo. E poi ecco la 35^ giornata, ecco Inter-Juventus. Orsato e i suoi collaboratori sono riusciti a falsare clamorosamente la partita più importante della stagione: per l'Inter, per la Juventus, ma non solo. Il Derby d'Italia era decisivo per le sorti di Champions, scudetto, ma pure per il futuro dell'intero movimento. Una stagione può originare cicli e chiuderne altri, come dimostra l'annata 2011-2012, sliding doors per Juve e Milan.

Protocolli violentati, rossi spuntati da tombini, secondi gialli abbonati in quantità, offside chilometrici non segnalati. In generale, un metro di giudizio del fischietto di Schio che ha tanto ricordato quelli degli anni bui, quelli dell'Era della Triade. Quei metri di giudizio, per intenderci, di quegli arbitri particolarmente "sensibili". Signorsì, si accomodi pure. Facciano con comodo. Gli intoccabili. Una puzza che resta impregnata nei vestiti. Tonnellate di escrementi ingoiati di nuovo: sono difficili da digerire.

Anche perché, a differenza del recente passato, quest'Inter ha un'anima e un cuore grossi così. Ribaltare i pluri-campioni d'Italia in inferiorità numerica e schiacciarli con merito nonostante le ingiustizie è stato qualcosa di epico, che ha riportato alla mente il derby di Mourinho vinto in 9 o la fiera resistenza del Camp Nou. Peccato che la panchina attuale non avesse elementi di pari livello dei titolari. Cambi sbagliati di Spalletti? Forse, nessuno avrà mai la controprova. Resta il fatto che i nerazzurri sono arrivati a giocare il finale di gara in apnea a causa di errori senza senso degli ufficiali di gara. Uno scotto da pagare fisiologico, figlio dell'abnorme dispendio di energie che aveva incredibilmente nascosto l'inferiorità numerica. Qualcuno, al minuto 80, era in grado di capire quale fosse la squadra che stesse giocando in 10 fin dal 15'?

E allora potremmo stare qui a parlare di Santon, Icardi, Perisic e Ranocchia fino ad aprile prossimo, ma tutto passa in secondo piano rispetto al vero scandalo perpetrato nella notte del Meazza. Perché quando le nefandezze arbitrali sono così evidenti non si può e non si deve sviare il discorso o guardare da un'altra parte. A tratti, a proposito di pellicole fortunate, è tornato in mente 'Fuga per la vittoria'. Facile capirne i motivi per chi ha guardato il film (e per chi non l'avesse ancora visto, corra a farlo).

Eppure quell'odore putrescente non vuole andare via. Quella sensazione di marcio resta ancora vivida. E fra vent'anni, magari, Orsato verrà a raccontarci che "Doppio giallo a Pjanic? No, anzi: era fallo di Rafinha".


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