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Bentornati campioni. Per iniziare dove si è finito

di Maurizio Pizzoferrato

Era il ventidue aprile scorso, un lunedì, quando si è consumato il delitto calcistico più gustoso per il popolo tifoso. In questo caso bauscia, innamorato dell'F.C Internazionale 1908. Vittoria nel derby, per calendario in trasferta, e scudetto in faccia ai dirimpettai dei Navigli. Ventesimo tricolore per la Beneamata, seconda stella in bacheca, Milano invasa da centiania di migliaia di persone per il festeggiamento finale. Il nerazzurro come colore dominante in Italia, con un distacco mai veramente avvicinabile da parte dei poveri avversari. Che stagione ragazzi.

In mezzo un Europeo mai decollato per l'Italia, con Spalletti che decide di puntare sul blocco Inter, mutando però ruolo ai cinque giocatori convocati, obbligandoli ad uno schema quasi sempre differente dal collaudato e vincente 3-5-2 targato Simone Inzaghi. Poi, la sempre suggestiva parentesi olimpica, dove, ogni quattro anni, per una ventina di giorni ci troviamo a fremere per gli atleti italiani presenti anche nelle discipline sportive meno note. Basta così.

Da oggi si torna a inseguire negli stadi o davanti alla tv, istinti forse meno nobili, ma che fanno parte del DNA della maggior parte della popolazione nostrana. Da oggi torna la serie A, con la nostra Inter bistellata impegnata a Marassi contro il Genoa. Primo giorno di scuola in uno stadio antico, ma che trasuda fascino e sommerge di amore le proprie squadre. In questo caso il Grifone rossoblù, il più antico club italiano, vincitore nel suo glorioso passato di ben nove scudetti. Genoa ora oggettivamente indebolito rispetto alla scorsa stagione a causa delle partenze del portiere Ramirez, sbarcato proprio all'Inter, e in attacco di Retegui e Gudmundsson.

La Beneamata arriva all'appuntamento dopo un precampionato contraddistinto da qualche problema fisico a cui non eravamo abituati, ma ormai in fase di definitiva risoluzione per tutti. A Genova ci sarà anche un Lautaro Martinez fresco di rinnovo di contratto che lega il Toro alla Beneamata sino a giugno 2029. Capitano e ormai leader della squadra, il ventisettenne bomber argentino, che non ci ha pensato due volte a tagliarsi qualche giorno di vacanza una volta appreso dello stop di Taremi. L'iraniano fortunatamente ha recuperato velocemente e quindi a Marassi il mister potrà scegliere la coppia d'attacco che partirà dal primo minuto, considerando anche la splendida forma mostrata da Marcus Thuram nell'amichevole di Londra con il Chelsea.

Simone Inzaghi, anche per il mister ufficializzato il rinnovo sino a giugno 2026, vuole partire con il piede giusto. Sa che può guidare una macchina supercollaudata, rinforzata dagli arrivi di Taremi e Zielinski, ma sa anche che senza la giusta concentrazione e cattiveria agonistica, non si vince solo perché sei oggettivamente più forte della concorrenza. Il mister ha sottolineato il concetto, ieri, nella prima conferenza stampa pre gara della stagione 2024-25 suonando la carica giusta: “Dobbiamo ricominciare come abbiamo finito”, lo slogan a effetto del Demone di Piacenza, sempre più a suo agio nel ruolo, anche dal punto di vista mediatico. Il mister ha elogiato ancora una volta il lavoro della dirigenza che in questi anni è riuscita a mantenere la squadra competitiva in Italia e in Europa nonostante le ristrettezze finanziarie, in questa finestra di mercato addirittura big rinnovati e non venduti, ma nello stesso tempo ieri Inzaghi ha chiesto senza troppi giri di parole che sia ingaggiato un bravo difensore per coprire l'assenza sino a dicembre-gennaio dell'infortunato Buchanan.

Campionato, nuova Champions League e mondiale per club sino a fine stagione. Facendo i conti, l'Inter potrebbe disputare una settantina di partite, tutte con l'ambizione di giocarle per vincere. Come il blasone del club impone. Intanto, con due stelle sul petto, si parte da Genova, sponda rossoblù. Il primo giorno di scuola è sempre il più emozionante. Da Campioni in carica, ancora di più.


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