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C’è vita (e arte) dopo Romelu

di Egle Patanè





Nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma. Inter compresa, persino dopo un terremoto dalla portata dell’addio di Romelu Lukaku che sembrava aver sconquassato la squadra di Simone Inzaghi, fondata sulle spalle di un numero nove che certezza era e certezza non è più. Macerie e disperazione fanno da elementi preponderanti nello scenario prefigurato attorno ai campioni d’Italia, scossi come all’indomani di un’apocalisse dalla quale difficile se non impossibile riprendersi.

Non c’è vita oltre Lukaku. Cit. Ma la storia parla e quella della Beneamata insegna altro: e se vita c’è stata oltre Ronie, Ibrahimovic, Roberto Carlos, Icardi… vita oltre Lukaku sarà e ci sarà. Un’impresa di certo non facile per Inzaghi quanto per Marotta e Ausilio che in questo scampolo di mercato rimasto sono chiamati a svolgere il più difficile dei compiti: ricostruire. E al più presto.

Il tempo stringe e gli equilibri sono tutti da riscrivere: da un sostituto di Lukaku da trovare all’esterno, passando per la rosa da alleggerire con gli esuberi da piazzare. Il tutto in poco più di due settimane e ad una settimana esatta dal fischio d’inizio della Serie A. “Abbiamo ancora da migliorare ma è un buon punto di partenza” ha detto Stefano Sensi a margine della vittoria contro la Dynamo Kiev, ultima del giro di amichevoli estive pre-season. Tra le più convincenti per e della squadra di Simone Inzaghi che contro gli ucraini ha dipinto un quadro di gioco che tutto sembra fuorché la riproduzione calcistica de la Guernica.




In attesa di trovare il Rom 2.0, il tecnico piacentino nella settimana appena conclusa ha già accolto Dzeko e Dumfries. Se il secondo solo ad Appiano, del primo ne ha già potuto apprezzare le doti. Esordio con gol per il bosniaco che ha vestito per la prima volta la maglia della Beneamata con tanto di titolarità e rete. L’ex romanista ha timbrato il cartellino (e il tabellino) dopo un gran bel gol di Nicolò Barella che ha aperto le danze chiuse da uno Stefano Sensi che oggi si è mostrato in forma psicofisica come poche volte negli ultimi mesi. Il 12 interista, non entrato benissimo, ha perseverato, non lasciando nulla d’intentato. Perseveranza che gli ha regalato gol e assist personali e una più che buona prestazione complessiva che consegna buone vibrazioni in vista di sabato prossimo e del gong finale del 31. Solo dopo la fatidica ora che sancirà la chiusura di questa campagna acquisti sull'ottovolante per tutto l'ambiente, capiremo con quali colori e quali pennelli Inzaghi potrà dipingere il suo quadro. Lo schizzo, nel frattempo, fa ben sperare.









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