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Cal(h)a che è una bellezza

di Egle Patanè
Calhanoglu. Dalla pronuncia "Cialanoglu". Corretta pronuncia che questa sera si può eccezionalmente accantonare con tanto di licenza poeticamente sportiva. 'Ciala' sì, ma anche e soprattutto 'Cala', come il tris di gol calati proprio dal turco nelle ultime tre partite di campionato. Reti che hanno innescato la miccia della risalita in classifica ai danni delle due davanti, per una notte distanti solo un punto. Tutto da giocare, è vero. Tutto ancora da dover scrivere per il turco che sta vivendo un periodo idilliaco. Quattro gol e quattro assist fino a questo momento per l'ex Milan che dopo il periodo di flessione che lo aveva catapultato in pasto ai leoni, e non solo quelli della sud - comprensibilmente soddisfatti -, ha invertito improvvisamente il trend, appropriandosi del diritto di ruggire degli haters.

Petto in fuori, sguardo fiero, sangue gelido e Tatarusanu battuto prima di un'esultanza liberatoria sotto la Sud: il poco che serviva per la permettere al 20 nerazzurro una metamorfosi di cui oggi gode la Milano nerazzurra. Dopo la rete della 'vendetta' inflitta all'ex squadra sedotta e abbandonata (c'è chi ritiene più appropriato il termine 'tradita') Calha ci ha preso gusto e sembra non voler più fermarsi: ancora un gol contro il Napoli domenica scorsa, ancora un gol contro il Venezia ieri. Ancora un gol pesantissimo per la squadra di Simone Inzaghi che al turco deve la bellezza di 7 punti, asserimento che però non fa troppo felice il diretto interessato che nel post gara ribadisce: "Se faccio gol o meno non mi interessa troppo, io voglio dare il massimo per la squadra, mi sono sempre importati i tre punti". La cosa più importante è la vittoria, concetto questo ribadito più e più volte anche nelle scorse uscite e ribadito per l'appunto ieri sera quando tra un tentativo e l'altro di sbarazzarsi dei meriti sottolineati dagli interlocutori si lascia scappare un "sono contentissimo per il gol da fuori area".


E proprio per reti da fuori area Hakan vanta una statistica non da poco: oltre i venti metri è solo Leo Messi ad aver segnato più di lui dalla stagione 13/14. Un dato che fa inorgoglire e arrossire il turco che con tanto di ghigno si spara un soddisfatto "ci sta" che poi finisce in un umile quanto sincero "dai, restiamo seri". Esattamente: restiamo seri e con i piedi per terra. Gasarsi è bene, restare concentrati è meglio e della gara di ieri nello stadio più suggestivo d'Italia, i campioni nazionali in carica hanno ancora qualcosa da imparare e certamente da correggere. Va bene Hakan, va bene il raddoppio all'ultimo minuto, va bene il freno a mano d'energie tirato per ovvi motivi, ma ancora una volta quarto d'ora finale per coronarie forti che fa riflettere anche in vista dello Spezia.

Contro i liguri, esattamente come ieri con i veneti, portare a casa il risultato non sarà semplice e affrontarli non sarà di sicuro una passeggiata di salute, specie per le energie che iniziano a venire meno, vedi Barella evidentemente sfinito. Ad una settimana da un'altra prova del nove, per i nerazzurri parecchio 'Special', "oggi abbiamo dimostrato di nuovo con la mentalità giusta ciò che era importante" per ricalcare le parole del sopraccitato Calhanoglu, che oggi, bando ad umiltà, concentrazione e serietà da non perdere, merita un brindisi o forse più. Tre per l'esattezza, di un vino che come Hakan, oggi non può far altro che 'Calhare' che è una bellezza. 


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