Calhanoglu rivela l'Inter
di Alessandro Cavasinni
Il simbolo di questa evoluzione è senza dubbio Hakan Calhanoglu. Il turco rappresenta il progresso avvenuto quest'anno ad Appiano Gentile: un percorso partito da Spalletti, reso solido da Conte e ora rifinito da Inzaghi. Arrivato in punta di piedi per sostituire lo sfortunato Eriksen, l'ex Milan, dopo un avvio scoppiettante, ci ha messo un po' per integrarsi in un nuovo ambiente e in un nuovo ruolo. Tempo fisiologico che, però, qualcuno sembrava non volergli riconoscere. Si parlava già di flop, di acquisto sbagliato, di stipendio esagerato, di giocatore incapace di reggere le pressioni ad alti livelli. E si sprecavano i raffronti con le stagioni in rossonero, quando l'ex Amburgo alternava grandi prestazioni e black-out preoccupanti. Adesso Hakan ha trovato continuità, proprio come l'Inter. Il turco ha dapprima fatto sue le nuove conoscenze tattiche, fondamentali per muoversi nel ruolo di mezzala in una linea a cinque, poi è tornato ad aggiungerci del suo, ovvero la grande qualità universalmente riconosciutagli.
Replicare uno come Christian Eriksen è impossibile: il danese ha un tasso tecnico con pochi eguali al mondo, unito a una visione di gioco brillantissima e a una lettura calcistica da fuoriclasse. Ma Inzaghi, con Calhanoglu, sta facendo un lavoro immenso. E i frutti si vedono, al di là dei numeri che parlano fin qui di 5 gol e 5 assist (tutti in campionato). Manca, dunque, l'acuto in Champions League, il palcoscenico che potrebbe consacrarlo definitivamente. Anche in questo caso: proprio come l'Inter. E quale teatro migliore del Bernabeu, scenario dell'ultimo leggendario trionfo nerazzurro in Europa?
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