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Campioni inarrivabili e acquisti medi

di Lapo De Carlo

Forse la situazione è migliore di quello che sembra. O forse è peggiore. Il guaio è proprio questo. Una nebulosa fatta di intrecci finanziari, di situazioni nuove e vendute da una stampa non sempre preparata a raccontare esaurientemente il giro di affari nazionali e internazionali che riguardano il mondo del calcio. Tra poco parleremo di Inter ma è difficile capire perfettamente lo scenario che ad esempio ha portato il Milan a essere valutato un miliardo, ceduto per il 48% a Mr Bee, alla cifra record di 470 milioni, questo solo un mese dopo che Taechaubol era stato prima accolto e poi liquidato come "inaffidabile". Gli interisti hanno subito pensato che Berlusconi avesse fatto il grande affare mentre Moratti aveva "svenduto" a Thohir il 70% della società per 350 milioni. Ma nell'affare Milan c'è di mezzo una galassia più composita che comprende soprattutto la Fininvest e una quotazione nelle borse asiatiche, oltre ad un debito inferiore rispetto a quello dell'Inter.

In tutto questo però le preoccupazioni di oggi appartengono a una rimonta che l'Inter si trova già a fare rispetto alle concorrenti e con un distacco ben più marcato. A inizio giugno la Juventus è a un livello inarrivabile in una sola stagione, quindi non si giocherà per lo scudetto. Un fatto non trascurabile che non appartiene alla storia nerazzurra. La Roma e la  Lazio hanno una situazione migliore. Possono contare sui soldi della Champions e sulla volontà di alcuni buoni giocatori di accasarsi in squadre che hanno una vetrina importante per loro. Senza contare che l'attuale organico delle romane è già più forte.Il Napoli al momento è un punto interrogativo con Sarri al posto di Benitez, un Higuain super scontento e senza coppe. Il Milan è la new entry tra le pretendenti per la Champions. Il rinforzo economico importante garantito ai cugini (con certezza lo sapremo entro i prossimi due mesi), permette di poter allestire una squadra molto più competitiva anche se non ancora stellare.

L'Inter ha una rosa che invece va rivoluzionata ma non ha coppe e così tanti soldi come le avversarie. Per questo stanno arrivando numerosi "no grazie" da giocatori forti che svelano le strategie di Thohir, Mancini e Ausilio ma che mettono a nudo limiti a cui la società non può fare fronte. Sono stati già persi Yaya Touré, Dybala e le premesse per Benatia non sono buone nonostante la convinzione di Mancini. Da una parte c'è la dimostrazione che la società sta puntando e mirando giocatori realmente importanti ma dall'altra anche l'evidenza di non riuscire a centrarli per il suo momento storico. È altrettanto palese che una direzione sportiva implichi la capacità di prendere giocatori che, pur non avendo nomi da pelle d'oca, arrivino e facciano grandi stagioni. Sono anni che non vedo arrivare in nerazzurro personaggi sorprendenti. Solo giocatori dal cognome esotico o il soprannome da battaglia, i quali fanno qualche partita e poi vengono girati a qualche provinciale. 

È vero che, rispetto al passato, i giocatori di valore sono più facilmente individuabili e riconoscibili grazie a tv e Youtube, ma credo che un po' tutti siano rimasti interdetti di fronte ai sicuri acquisti di Murillo e Zukanovic. Insomma l'Inter vuole tornare tra le grandi e i primi giocatori arrivano dal Granada e dal Chievo. Cerchi di farti forza, in fondo non possono essere peggio di chi li precedeva, poi scopri che potrebbe esserci il ritorno di Thiago Motta, bravo ma che con l'età non può essere migliorato in termini di velocità, Felipe Melo che in questi ultimi anni, pur essendo un idolo in Turchia, non risulta essere mutato in un fenomeno. E poi Eder, buonissimo attaccante ma, se metto questi nomi insieme e rimaniamo su questo versante, l’Inter dell’anno prossimo è da Europa League.

Sperare non è necessariamente una prerogativa per ottimisti. Ma quello che vedo non mi convince e anzi mi preoccupa. 
Perciò la prima sentenza è che la zona Champions non sembra raggiungibile con queste premesse e vorrei essere amabilmente smentito.


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