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Che bello sarebbe

di Alessandro Cavasinni
Oggi è il grande giorno di Italia-Spagna, semifinale di Euro 2020. Gli Azzurri ci arrivano dopo una cavalcata senza macchia, a conferma dell'ottimo lavoro svolto da Roberto Mancini. Il c.t. ha ridato smalto alla Nazionale, restituendo entusiasmo, vitalità e, soprattutto, qualità. L'atmosfera positiva la percepisci subito e i risultati sono lì a dimostrare quanto sia stato azzeccato il percorso intrapreso dall'ex allenatore dell'Inter. Per certi versi ricorda la prima Italia di Azeglio Vicini, quella che sfiorò la finale a Euro 88 prima e a Italia 90 poi: la speranza è che questa selezione abbia maggior fortuna.

Tra i giovani che si stanno mettendo in mostra in azzurro c'è senz'altro Nicolò Barella, portabandiera dell'Inter assieme ad Alessandro Bastoni. Il centrocampista sardo, dopo aver subito critiche eccessive, proprio nel match più delicato è tornato a giocare sui suoi livelli e il gol non ha fatto altro che dare ulteriore lustro a 90 minuti da gigante. Partita sontuosa dell'ex Cagliari, capace di tagliare e cucire il gioco come pochi altri: Nicolò si è consacrato sotto la gestione di Conte a Milano e, nonostante qualche complimento addirittura esagerato, ha continuato a lavorare con umiltà e abnegazione, tenendo fede alle sue caratteristiche di centrocampista totale. Forse è ancora presto per metterlo tra i primi tre centrocampisti d'Europa come qualcuno ha frettolosamente decretato nei mesi scorsi, ma di certo è sulla buona strada.

A farne le spese è stato il suo super amico Romelu Lukaku, in gol anche contro Donnarumma, ma fuori dall'Europeo. Ovviamente, anche per lui sono arrivate critiche immediate e ingiuste dopo il ko di Monaco di Baviera. E qualcuno ha tirato nuovamente fuori la storiella del presunto patimento del panorama internazionale. In realtà, è stato tutto il Belgio a non aver rispettato le attese, complice anche le non perfette condizioni di De Bruyne e l'assenza di Eden Hazard. In ogni caso, Big Rom è risultato tra i più pericolosi assieme al folletto Doku. E siamo certi che, pur nell'amarezza generale, il buon Romelu avrà avuto anche un pensiero positivo pensando all'amico Nicolò.

Adesso per Barella c'è Wembley, la Spagna e una finale da acchiappare. Magari andando a ritrovare un altro grande amico come Christian Eriksen. Perché questa Danimarca ha dimostrato di poter dire la sua anche contro i favoriti inglesi: la favola del 1992 può ripetersi per una squadra che ha superato con enorme bravura quel trauma di inizio torneo. Ed Eriksen è sempre stato presente, in ogni partita, anche se non in campo. Italia-Danimarca in finale: che bello sarebbe.

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