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Chi vuol essere da Champions?

di Mattia Zangari

Chi vuol essere da Champions? Le selezioni per il reality show ideato da Erick Thohir avranno luogo su tutti i campi del mondo a partire da domani, 6 gennaio, per poi protrarsi fino al termine della lunga estate caldissima del calciomercato. In questo lasso di tempo, con l'intermezzo della sessione invernale che chiuderà i battenti il primo febbraio, gli attuali 29 protagonisti della rosa nerazzurra, ed altri che non sanno ancora di esserlo, si batteranno per guadagnarsi un posto di pregio in quella che - si augurano in Corso Vittorio Emanuele - sarà la versione deluxe dell'Inter che calcherà nuovamente il prestigioso palco della competizione per club più importante e affascinante di tutte. 
Qualche giocatore, che dovrà abbandonare la casa nerazzurra per ragioni tecniche o di bilancio, ha già ricevuto la temuta nomination, mentre non è escluso che alcune new entry possano guadagnare il pass per varcare per la prima volta i cancelli di Appiano Gentile già a partire dalle prossime settimane del mese corrente. La regola aurea cui attenersi per questo 'concorso' l'ha spiegata non più tardi di qualche giorno fa il 'Grande Fratello' Erick Thohir: “I giocatori che decidiamo di comprare devono essere il meglio per l'Inter e servire alla squadra. Adesso abbiamo già pronti 15-16 giocatori in prima squadra, ma per giocare in Champions League bisogna averne 20-22”. 
Il messaggio, come al solito forte e chiaro, il tycoon indonesiano lo ha lanciato nell'etere, e ora tocca a cronisti e addetti ai lavori cercare di decifrarlo, provando a capire quali giocatori, su indicazione incontrovertibile di Roberto Mancini, ET abbia individuato come 'ready', cioè preparati a mettersi sulle spalle il peso e la pressione che comporta esibirsi in stadi storici, contro squadra di blasone, dopo aver sentito risuonare l'inno composto da Tony Britten e basato sullo 'Zadok the Priest' di Georg Friedrich Händel. 
Difficile parlare di certezze oggi, ma partendo dall'indizio numerico regalatoci dal numero uno del club nerazzurro, proviamo ad elencare gli elementi del gruppo del Mancio che compariranno quasi sicuramente nelle fila interiste anche per la stagione 2016-2017. Ebbene, con ragionevole certezza, a meno che i perfidi sceneggiatori del calciomercato non abbiano in serbo dei colpi di scena spiazzanti, crediamo che verranno riproposti in blocco i seguenti giocatori: Handanovic, Telles, Murillo, Miranda, Juan Jesus, D'Ambrosio, Kondogbia, Guarin, Medel, Brozovic, Melo, Palacio, Icardi, Jovetic, Ljajic, Perisic. Detto che Carrizo e Berni continueranno ad essere rispettivamente il secondo e il terzo portiere, ci sentiamo di mettere un punto di domanda sulle permanenze di Ranocchia, Dodò, Montoya, Vidic e Nagatomo. Tra i giovani, l'unico superstite, che andrà a impreziosire con la freschezza della sua carta d'identità la creatura a tre teste nerazzurra (tutto il teorema si fonda sul fatto che i nerazzurri nella prossima stagione giocheranno in Serie A, in Champions e in Coppa Italia) è Rei Manaj, che - Mancini dixit - 'Non ha bisogno di andare a giocare altrove'. Menzione speciale per Jonathan Biabiany, giocatore praticamente tornato a pieno regime dopo la delicata operazione al cuore e che può essere inserito nella lista europea come 'giocatore locale A'. Importanti per la lista potrebbero essere anche Gnoukouri, Dimarco e Santon: i primi due sono destinati ad andare a fare le ossa in provincia nel mercato di gennaio per poi ritornare a casa base in estate, mentre l'ex Newcastle resta sempre nel limbo dei giocatori dati costantemente sul piede di partenza.
Insomma, se la matematica non ci fa difetto, considerati i 16 pronti all'uso più Manaj e Biabiany, all'appello mancano dai due ai quattro elementi da Inter per completare il quadro di 20-22 giocatori necessari per affrontare la Champions con onore. Questi stessi, che non devono essere un semplice addendo da sommare all'altro venutosi a creare per metà la scorsa estate, devono possedere un unico ma fondamentale requisito: essere giocatori da Inter e quindi da Champions. Che poi, a pensarci bene, questo assioma dovrebbe ritornare ad essere consuetudinario negli anni a venire così come accadeva in passato. 


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