Cinica e fredda, come nel derby. Perché con il nero sta bene un solo colore
Si avvicina un'altra notte di passione a San Siro. Arriva la Juventus che la Beneamata non batte tra le mura amiche dal 2010. Alle fine di quella stagione arrivò il Triplete. Poi, nelle cinque partite seguenti, due pareggi e tre sconfitte contro l'avversaria di sempre, quella che per molti tifosi interisti rappresenta la vera "nemica", anche più del Milan da battere soprattutto per il sano e goliardico sfottò cittadino. Vincere con i bianconeri rappresenta invece quasi una questione ideologica, acuita dai fatti di Calciopoli.
Si arriva all'appuntamento di domenica sera con una posizione in classifica, dopo sette giornate, che nessuno avrebbe ipotizzato a inizio campionato. L'Inter è seconda con ben otto punti di vantaggio sui rivali, che sono andati ko già in tre occasioni. La sfida vale quindi un match-ball per sperare di decretare la Juve fuori dalla lotta per lo scudetto. Opportunità più unica che rara. La pesante sconfitta con la Fiorentina e il sofferto pareggio a Genova con la Sampdoria con conseguente scivolamento al secondo posto in classifica, hanno però minato qualche certezza in casa nerazzurra, mentre la Juve, brillante in Champions League e reduce dalla vittoria senza problemi con il Bologna, sembra sul punto di tornare competitiva ai massimi livelli, anche se Allegri potrebbe essere costretto a rinunciare a due pezzi da novanta come Pogba e Morata, ma vedrete che almeno uno dei due sarà regolarmente in campo.
Che fare dunque per costruire la notte perfetta? Intanto recuperare al 100% Stefan Jovetic. Non può essere solo una coincidenza che senza le giocate e l'estro del montenegrino, decisivo per lo strappo iniziale, l'Inter abbia realizzato un punto in due partite. L'attacco nerazzurro per ora è sterile, le occasioni da gol che, soprattutto in partite come queste, non saranno molte, vanno create con la giocata e l'imprevedibilità. Staremo a vedere se Jojo partirà dal primo minuto o entrerà in corso d'opera, magari alternadosi con il suo amico Ljajic che con lo splendido gol realizzato all'Albania, ha lanciato un chiaro segnale a Roberto Mancini. Contro la Juventus l'Inter è chiamata a un grande esame di maturità. I nerazzurri, a mio avviso non dovranno ascoltare le sirene cercando a tutti i costi di diventare “belli” quando, per struttura fisica dei suoi interpreti, il gioco non potrà mai essere armonioso e avvolgente.
L'Inter anti-Juve dovrà essere compatta, logica e cinica, pronta a colpire al momento giusto. Così come è avvenuto in occasione del lampo di Guarin contro il Milan. Il Meazza presenterà un altro esaurito dopo quello registrato nella stracittadina. La gente nerazzurra chiede una prova di forza che spazzi via dubbi e paure. Anche Roberto Mancini, che solitamente tende a sdrammatizzare e a non alimentare argomenti estremi intorno ad una partita di calcio, ha ribadito nei giorni scorsi come Inter-Juventus sia gara sentitissima dall'ambiente, non solo nerazzurro, e quindi da preparare in maniera quasi maniacale.
La sosta può aver agevolato entrambe le squadre anche se le nazionali, specialmente per quanto riguarda i bianconeri, hanno colpito, ma ormai gli infortuni quando si affronta un calendario internazionale così intasato, non fanno più notizia. Sarà importante chi, mentalmente, avrà sfruttato al meglio il turno di riposo in campionato, per prepararsi al meglio in vista del cosidetto derby d'Italia. La Juventus la mentalità vincente ce l'ha per statuto. L'Inter la deve ritrovare e consolidare al più presto dopo anni di smarrimento e di piazzamenti deludenti. Contro la Juve la Beneamata dovrà indirizzare da subito la partita, non necesseriamente dominarla, ma giocarla in maniera tale che i limiti attuali dell'avversario siano ben visibili e quindi inquadrabili per piazzare i colpi vincenti.
Chiaramente lo stesso discorso lo faranno dall'altra parte, giocatori come Dybala e Cuadrado sembrano elementi ideali per giocate e ripartenze capaci di mandare in tilt la strategia tattica che sarà scelta da Mancini per l'occasione. Ma anche il Perisic visto nel secondo tempo di Genova e in Nazionale, oltre al duo Jovetic-Ljajic di cui parlavano in apertura, può farci sognare. Senza contare che quando vede bianconero, Maurito Icardi la mette sempre in buca. Ipotesi, timori, speranze, strategie. Non si deve sbagliare una mossa e sperare che la fortuna aiuti gli audaci che domenica dovranno essere vestiti di nerazzurro.
Poi, siccome si tratta di Inter-Juventus, c'è anche particolare attesa per conoscere il nome dell'arbitro della grande sfida. Troppe volte è finita con un mare di polemiche, alcune che ancora fanno male, vedi il famoso rigore negato a Ronaldo travolto da Mark Iuliano nella famosa stagione 97-98 con penalty assegnato alla Juve un minuto dopo, mentre tutta l'Inter era in campo ad inveire contro il signor Ceccarini. L'astio fra le due società è poi debordato dopo Calciopoli con la questione scudetti, la relazione anti-Inter di Palazzi, le sentenze definitive contro Moggi e compagnia. Dietro la Juventus c'è ancora un Agnelli, l'Inter si è rifatta il trucco affidandosi a Thohir, ma con Moratti, anti-Juve per eccellenza, sempre li a vigilare. Va bene, bando alle chiacchiere, -4 al derby d'Italia. E come chiede la società, tifosi interisti riempite il Meazza di sciarpe e bandiere nerazzurre. Perché con il nero sta bene un solo colore.