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Ciò che si doveva fare e ciò che si farà: ritardi e obiettivi del mercato. Niente isterismi, ma ora serve l'accelerata

di Alessandro Cavasinni

Francamente, ci pare esagerata l'isteria che ha contaminato una parte di tifoseria interista, spesso imbeccata da certa stampa non propriamente autorevole e acuita dal bulimico mercato del Milan. Già sono numerosi gli articoli e i servizi tv riguardanti la presunta depressione interista, con uno Spalletti descritto come un tecnico lasciato solo dalla società e una dirigenza non propriamente reattiva sul mercato. Insomma, fin qui nulla di nuovo. E la maggior parte dei tifosi interisti ha sviluppato una buona dose di anticorpi nel corso degli anni.

Ma che non tutto stia filando liscio è innegabile, inutile far finta di nulla. Perché se è vero – come ha sottolineato Walter Sabatini – che l'Inter è in cerca di giocatori di primo livello, che non sono sul mercato e che quindi necessitano di tempo e duro lavoro per strapparli ai rispettivi club, è anche vero che ci si augurava di offrire a Luciano Spalletti qualche rinforzo in più con il quale lavorare già dal ritiro di Brunico.

Suning non si tirerà indietro e i dubbi sull'effettiva volontà di investire del gruppo di Zhang Jindong sono senza fondamento. I colpi arriveranno, il problema è la tempistica.

Dopo Borja Valero e Skriniar, al tecnico nerazzurro vanno consegnate ancora altre pedine fondamentali. E i ruoli scoperti sono presto rintracciabili: terzino sinistro, difensore centrale, trequartista ed esterno d'attacco (visto l'addio ormai scontato di Perisic). Questi i tasselli da reperire sul mercato al netto di ulteriori integrazioni della rosa in relazioni a esigenze di ricambi e partenze future.

In particolare, è la difesa che necessita di un restyling corposo. Spalletti si è trovato a lavorare in ritiro ancora con elementi in uscita o che non avranno un gran futuro nel prevedibile undici titolare stagione 2017/2018. E se è vero che le fortune di una squadra si costruiscono a partire dal pacchetto arretrato, il fatto di non essere riusciti a consegnare all'allenatore toscano almeno Dalbert e un altro centrale non depone a favore del lavoro del club. Il mercato finisce il 31 agosto? Vero, ma l'Inter arriva da stagioni opache e non da un ciclo vincente. Le ciliegine possono arrivare pure negli ultimi giorni di mercato, ma la sostanza va portata a casa il prima possibile, in modo da dare all'allenatore la possibilità di lavorarci seriamente e farsi trovare pronti all'inizio del campionato.

Ricapitolando: bene Skriniar, benissimo Borja Valero, ma serviva mettere a posto la difesa già qualche giorno fa. Fin qui le criticità, piuttosto evidenti. Ma, come detto in apertura, l'isteria non è giustificabile.

Suning ha dimostrato di avere le risorse da investire e Spalletti sarà accontentato. Dalbert a sinistra, un centrale di affidabilità a completare il reparto arretrato, un degno sostituto di Perisic (discorsi piuttosto avanzati con Di Maria) e – soprattutto – un trequartista 'alla Spalletti'. E' lì che, ragionevolmente, verrà fatto l'investimento più corposo. L'interessamento per Nainggolan (dato ormai a un passo dal rinnovo con la Roma) e Vidal è stato reso esplicito a più riprese e le caratteristiche sono quelle: un centrocampista offensivo d'assalto più che un trequartista puro 'alla Banega'. Il disegno del 4-2-3-1 è piuttosto evidente: avere tre uomini dietro Icardi, dei quali almeno due con svariati gol nelle gambe. Il profilo di Keita Baldé, in tal senso, sarebbe utile per garantire a tutto l'attacco una scelta ampia e peculiarità diversificate in ogni elemento.

Siamo al 18 luglio: non è tardi, ma nemmeno troppo presto. L'accelerata serve ora. Inter is coming prima o poi. Meglio prima che poi.


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