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Col Guaro, più forti di... Penelope

di Christian Liotta

Un esame. Non ha esitato nemmeno un secondo ieri Walter Mazzarri a rispondere in maniera affermativa a chi definiva la gara di quest’oggi contro la Roma un esame importante per questa Inter. Arriva a San Siro la formazione capolista, i giallorossi di Rudi Garcia che sin qui non hanno perso un solo colpo conquistando sei vittorie su sei e soprattutto registrando al passivo una sola rete. Niente male come test, per uno degli attacchi più prolifici dell’intera Serie A: dopo Juve e Fiorentina, un’altra big del nostro campionato, quella se vogliamo più sorprendente, per quello che sarà l’esame di chiusura di questa prima parte del nuovo ciclo nerazzurro targato Mazzarri.

Esame importante in primo luogo perché, come ha sottolineato giustamente l’allenatore, questa sarà l’ultima salita di un certo rilievo questo avvio di campionato, la terza nello spazio di sette gare, mentre le altre squadre di vertice hanno avuto sin qui pochi scontri ravvicinati. Oltretutto, la partita con la Roma arriva alla vigilia della seconda pausa per gli impegni delle Nazionali, e questa volta alla sosta l’Inter arriverà sicuramente con qualche indicazione in più in merito al proprio stato di forma: l’obiettivo  indubbio è quello di mantenere la striscia positiva inviolata al secondo passaggio dai box, magari con una vittoria che rilancerebbe ulteriormente le quotazioni nerazzurre, che sarebbe utile anche a titolo statistico per Mazzarri, che nella Roma ha visto storicamente uno degli avversari più duri da superare (nove sconfitte in 19 precedenti).  

Riuscire a infliggere la prima sconfitta italiana a Rudi Garcia servirà anche per partire da una buona posizione in vista di un calendario che, subito dopo la sosta, vedrà l’Inter affrontare un percorso che, almeno sulla carta, appare una discesa libera: gare non difficili prima del gran finale con Napoli e Milan che chiuderanno il 2013. Scherzi di un calendario piuttosto particolare, al di là di quelle che sono le rimostranze di Walter Mazzarri in merito all’estrema vicinanza delle sfide con Fiorentina e Cagliari, per le quali alla fine la fatica ha presentato il conto sul piano delle assenze. Si riaffaccia su Appiano la nuvola nera degli infortuni, anche se, sia chiaro, non è quel tornado devastante che ha contraddistinto la scorsa stagione.

Anche se, comunque, le assenze di Campagnaro e Jonathan (ebbene sì, anche lui è diventato importante in questa Inter, prodigi mazzarriani) incideranno non poco sull’economia della gara, il tecnico si è subito premurato di precisare che non si tratta di infortuni seri e che comunque i sostituti designati, a meno di ripensamenti dell’ultima ora, sono già pronti. Ci sarà invece l’uomo che questa sera, sicuramente, è atteso a San Siro dall’esame nell’esame: l’ultima volta di Fredy Guarin finì in maniera non bella, col pubblico a fischiarlo per la prova deludente fin quasi all’irritante, e lui a replicare con gesti plateali per manifestare la propria disapprovazione. Non è stato un avvio facile di stagione, quello del colombiano, che però ha manifestato attraverso un’intervista a base di ampia e legittima autocritica la propria voglia di rilanciarsi e trasformare quei fischi in applausi. Mazzarri gli ha aperto le porte spronandolo però a essere importante per la squadra, perché le qualità tecniche sono indubbie.

La gara di stasera con la Roma, è l’auspicio di tutti, potrebbe essere il trampolino di lancio ideale per un nuovo Guarin: ci sarà bisogno anche di lui e della sua forza per contenere la temibile linea mediana giallorossa composta dal valido olandese Kevin Strootman, da Daniele De Rossi e dal genietto Miralem Pjanic. Come lui avrà bisogno, più degli altri, dell’incitamento del pubblico, che accorrerà numeroso a San Siro L'Italia si appresta ad essere investita dal temuto ciclone Penelope che terrà il Paese a bagno per i prossimi giorni. In attesa di riaprire gli ombrelli, gli interisti sperano che fulmini e saette cadano (sportivamente parlando, si intende) prima intorno alla saracinesca De Sanctis…

Nota a margine: è tornata alla ribalta in queste ore l'idea di dotare l’Inter di uno stadio di proprietà. Questo sarebbe l’ultimo grande sogno di Massimo Moratti, in passato si è detto che questo sarebbe l’ultimo regalo ai tifosi prima della sua definitiva uscita di scena. Questo dopo che si era parlato di un progetto accantonato per privilegiare il rinnovamento di San Siro. Una casa per tutti i nerazzurri, con tutto l’amore che si può provare per San Siro, è indubbiamente un passaggio epocale reso necessario dai tempi. E proprio per questo motivo, per l’importanza che rivestirebbe, sarebbe giusto che gli stessi tifosi abbiano certezze in merito. Ma va detto che questo non dipende solo ed esclusivamente dall’Inter, anzi…


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