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Colpi subito, svolta estiva e un nodo. Wes non è Eto'o. Talenti: da Icardi a Bellomo...

di Fabrizio Romano

Diciamoci la verità. Il mercato è un'arma a doppio taglio da maneggiare con cura, perché può essere straordinariamente utile quanto incredibilmente dannosa. Ormai ci siamo dentro, vi stiamo raccontando le trame di un'Inter che di rinforzi ha un bisogno e urgente e assoluto. Con un freno a mano tirato sulla possibilità di spese, perché non essere entrati in Champions League lo scorso anno ha complicato i piani economici dell'azienda Inter. E di conseguenza, rende tutto più complesso anche per gli investimenti. Non si può più spendere troppo né sbagliare quel che si fa, in sostanza. Per questo un Castaignos viene rivenduto un anno dopo se c'è possibilità di fare plusvalenza, il discorso però (vedi Coutinho, per ora) non vale per tutti.

Insomma, l'Inter si sta muovendo per comprare. Ma bisogna stare attenti a non farlo tanto per. Servono operazioni alla Guarin o alla Juan Jesus, non acquisti per fare semplicemente numero. Perché non farebbero che arricchire solo apparentemente una rosa che ha bisogno di elementi seri. Insomma, l'Inter è l'Inter e non una provinciale. Branca e Ausilio sanno come si fa. E a giugno sarà il tempo della svolta, tra altri ingaggi da spalmare e una situazione economica da mettere a punto. Solo allora si ragionerà su investimenti importanti, per cui la società sta muovendo i primissimi contatti (come per Dzeko, qualche telefonata con l'entourage prima di Natale). Si tratta di pianificazione, insomma. Ma i primi acquisti, oltre all'onesto tappabuchi Rocchi a cui si affiancherà il rientrante Longo, arriveranno adesso. Un esterno destro, con Schelotto vicino; un centrocampista, che difficilmente sarà Lodi (l'agente Moggi ne ha parlato anche col Milan) per cui si buttano le basi per giugno (occhio a possibili sorprese); forse un difensore, se dovesse andar via Silvestre, e quindi un secondo portiere se si presentasse una buona occasione.

Questi acquisti sono già stilati e pianificati. Ciò non toglie che si sta iniziando, come detto, a lavorare verso giugno: primi sondaggi per capire la disponibilità di eventuali top player, idea compatta di chi dovrà lasciare l'Inter e di chi invece dovrà ridursi l'ingaggio, viaggi curati in prima persona da Massimo Moratti (discussioni con Mabetex, ma non solo) per il progetto stadio di proprietà, che non vuole assolutamente possa finire nel fumo solo per colpa della burocrazia cinese che ha rallentato palesemente le operazioni con la CRCC e la cordata di investitori. Si è parlato anche di mercato estivo oltre che degli innesti sopra citati, negli ultimi summit tra dirigenti e presidente. Il risultato è una certezza: Moratti è pronto a spendere in estate su pochi obiettivi, meno rispetto ai tanti singoli arrivi della scorsa campagna trasferimenti, ma di spessore. Dietro a questo progetto roseo, c'è un nodo. Una condizione fondamentale da cui non si può che prescindere: la qualificazione in Champions League. Le perdite quest'anno hanno fatto già registrare dati decisamente negativi, lo spettro di un'altra esclusione dall'Europa che conta vorrebbe dire ridimensionamento della svolta prevista. Lo sa benissimo anche Andrea Stramaccioni, cui Moratti conferma quasi quotidianamente la propria fiducia: sulla Champions non si scherza, l'obiettivo va centrato.

Rinforzi oggi e potenziamento solido domani, quindi, musichetta permettendo. Ma anche una linea giovane, di cui si parla tanto per il Milan perché reclamizzata da chi è tornato ad apparire nel mondo rossonero dopo anni di silenzio. L'Inter porta avanti il suo progetto gioventù a fari spenti ormai da tempo, vince e sforna gioielli veri, poca pubblicità e tanto buon lavoro. E tanta voglia di riuscire a strappare altri giovani interessanti in giro per l'Italia: Nicola Bellomo è un '91 del Bari, ha letteralmente stregato gli uomini nerazzurri, potrebbe arrivare molto presto. Ne ha parlato ieri l'Inter con il d.s. Angelozzi, aveva già incontrato l'agente del ragazzo, l'operazione è fattibile e la Roma resta alle spalle. Come piace anche un altro biancorosso, Cristian Galano. Solo due nomi di una lunga serie già prevista. Colpi come Bellomo sono quelli da fare in un momento simile: giovane, bravo, interista, merita un investimento. Il nuovo mercato è questo qui, ormai siamo nell'era dei talenti.

E come doveva essere e non è stato amore per Riccardo Saponara, che il Milan ha preso in un pomeriggio con i soldi freschi di Pato e un investimento molto importante per la metà. Peccato, l'Inter lo seguiva con attenzione. Talenti che possono essere rimpianti, con i giovani fa parte del gioco. Non vale lo stesso anche per Mauro Icardi, vi abbiamo raccontato più volte la sua storia da queste colonne: osservato prima, si è fatto un nuovo pensierino nelle scorse settimane. La Sampdoria è rimasta intransigente, più facile prendere Rocchi. Se poi Maurito fa due gol allo Juventus Stadium, la giostra gira. Tanto che le telefonate con l'entourage, prima frequentissime, non sono finite. Attenzione sempre a questa pista di cui vi parlo da settimane: il discorso, per il futuro, a parte Rocchi, può ancora decollare. Se ne parlerà ancora, perché il profilo per il dopo-Milito è davvero quello giusto. Il ragazzo tifa Inter, lo vogliono anche altri club (molto attivi) e il rinnovo con la Samp è un miraggio. Ma l'Inter c'è, ne parliamo da settimane. E non si deve perdere tempo.

Doveva arrivare nell'estate scorsa invece Valentino Lazaro dal Salisburgo: un baby prodigio già a 16 anni, bloccato dagli sponsor e dalla mamma quando era già a Milano per firmare, scuole da completare in Austria e ora già la prima squadra. A giugno lo aspettano altri top team, ora vale circa 3-4 milioni di euro. Storie di mercato, gioielli di cui sentiremo parlare. Come Daniel Bessa, troppo spesso dimenticato dalla cassa di risonanza mediatica per via di uno sfortunato infortunio: attenzione a società brasiliane che hanno steso report sulle sue qualità, tra queste l'Internacional di Porto Alegre, senza però ancora muoversi ufficialmente.

Il futuro è proprio loro, tutto dei giovani. Non più di chi, come Wesley Sneijder, ha deciso di legare la propria carriera al denaro. Legittimo, sacrosanto, è una scelta di tutti i professionisti. Con un appunto da fare, inevitabile. Ricordate il comunicato diffuso dal buon Wesley dopo l'incontro con la società? "Non è un problema economico, voglio solo giocare, il succo del j'accuse firmato Sneijder. E adesso, magicamente, bussa alla porta di Moratti con una volgare insistenza - dato che hai di fronte un datore di lavoro che ti ha fatto vincere tutto e ti ha pagato profumatamente in questi anni - per chiedere una buonuscita. Anche importante, a livello economico. La risposta di Moratti? Un sorriso ironico. Sneijder è arrivato al culmine, ha raschiato il ridicolo, si è trincerato dietro la volontà di giocare e poi ha chiesto ancora soldi per accettare il Galatasaray. Cosa mai fatta da Samuel Eto'o, che non si è mai messo in testa di dare vita a polemiche così futili quando c'è stato da dirsi addio per cifre astronomiche. Silenzio e tanti saluti, scelte di vita da rispettare. Ma senza prese in giro. Sneijder invece adesso è al bivio, non c'è più niente da nascondere, vuole aspettare un club inglese ancora per qualche giorno. O forse, solo per qualche ora. Poi valuterà se andare nella prigione d'oro del Galatasaray (con cui l'Inter ha l'accordo per circa 10 milioni), o se rifiutare e attendere ancora. Tanto, paga l'Inter. Ma la dignità di un giocatore che dal 2010 è letteralmente sparito dai propri livelli che lo hanno portato a essere pagato come un top player... beh, quella - anche in tempi di mercato - non vale una manciata di euro.


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