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Come ti salvo lo zoccolo duro

di Egle Patanè

Ci risiamo. A distanza di una settimana, dall’ultima volta che chi scrive si è dilettata in pindariche e sognatrici soluzioni alternative alla cessione del big di turno, riponendo fiducia nel'estro dell'amministratore delegato nerazzurro, sperando in un lampo di genio 'salva ossa', ecco che ci risiamo. Punto e a capo a parafrasare la narrazione di una già sofferta cronaca di mercato che ha già invecchiato di dieci anni i tifosi nerazzurri. E siamo solo al 12 giugno. Nel giro di qualche settimana, tre dall'ultima di campionato, Simone Inzaghi si è già visto smantellare la rosa quindici volte almeno con un valzer di big, finiti a turno sull'altare dei sacrifici. Dal 'Bastoni al Tottenham' quotato a 0.1 sembra quasi essere passata un'intera era, eppure proprio una settimana fa parlavamo del 95 interista quasi come fosse già praticamente un ex. Un blitz in sede dell'agente Tullio Tinti lo scorso mercoledì e un "Bastoni rimane all'Inter sicuramente" hanno spento un fuoco che ardeva di brutto i tifosi, all'indomani di quelle parole certamente più leggeri e sereni. Ma mai dire gatto se non ce l'hai nel sacco e giusto il tempo di farsi passare il 'mal di Ale', ecco servito il 'mal di Milan'. Tadaaan: il Psg vuole fortemente Milan Skriniar e, considerata la 'necessità dell'Inter di far cassa' e le illimitate o quasi possibilità d'acquisto dei parigini, è subito panico. 

I francesi offrono 40 milioni, offerta che l'Inter richiude elegantemente e rispedisce gentilmente al mittente con tanto di au revoir! Au revoir, appunto, e non adieu perché dagli uffici di Viale della Liberazione il no pronunciato a Luis Campos non è del tutto perentorio e irremovibile. Al contrario dal The Corner è stata lanciata la provocazione, e 'fatto il prezzo' del buon Milan che solo qualche giorno prima aveva dichiarato di voler diventare una leggenda nerazzurra. Un prezzo, quello stimato dai nerazzurri che al momento il Paris non ha 'assecondato' ma che potrebbe facilmente raggiungere, visti gli appunti di cui sopra. Nasser Al-Khelaifi infatti ha già mostrato il suo apprezzamento nei confronti dello slovacco, e fare uno sforzo in più per un portafoglio di quella portata non sarebbe così drammatico tantomeno infattibile. Motivo per il quale i timori dei nerazzurri aumentano di giorno in giorno, direttamente proporzionali al desiderio di rivolta che perdere uno come Skriniar, al pari di Bastoni, Lautaro o Barella genererebbe. Se non altro perché, al netto dell'acclarata e dichiarata necessità di totalizzare un +60 mln a fine mercato, cedere uno dei giocatori sopraccitati cozzerebbe con la rasserenante uscita di qualche settimana fa di Beppe Marotta che rassicurò dicendo: "Lo zoccolo duro di questa squadra rimarrà e con queste premesse potremo affrontare la stagione con gli obiettivi di sempre". Chi sarebbe annoverabile dunque al concetto di zoccolo duro al quale il dirigente varesino faceva riferimento?

Vero è, al contempo, che il famoso +60 di utile non si realizza da solo e cedere qualcuno, viene da sé capire quanto sia necessario, specie perché se da un lato Marotta e Ausilio devono pensare a salvare da occhi e interessi nemici i loro gioiellini, altrettanto vero è che la rosa di Inzaghi andrà e verrà puntellata. Dopo Mkhitaryan, stando alle cronache, il prossimo ad arrivare pare essere Paulo Dybala, atteso a breve. Senza dimenticare i vari Asllani, con cui c'è già l'accordo e la quadra con l'Empoli non sembra lontana, Bremer, per il quale non c'è ancora l'accordo con Cairo a differenza di quanto già 'pattuito' col giocatore, e il 'sogno' Lukaku. A questo punto inevitabile pensare che per far spazio, o meglio, finanziare tutti i promessi sposi di questa finestra di mercato la cessione del famoso big sia d'obbligo. Facendo fede alla mai pronunciata frase (a differenza dello scorso anno) "verrà fatta una cessione importante dolorosa ma obbligata", è bello pensare, esattamente come una settimana fa, alla suggestione del gruzzoletto salva-big che i vari esuberi possono generare con magari il mero sacrificio di Denzel Dumfries, sempre più gettonato e richiesto, dall'Inghilterra soprattutto. 
 

Non dimentichiamo che oltre al famoso pezzo da 90 l'Inter deve fare i conti coi giocatori magari di ritorno e ai quali andrà trovata una sistemazione. Gente come Dalbert o Valentino Lazaro, tanto per intendersi, che hanno avuto un impatto sui bilanci inversamente proporzionale a quello nei ricordi dei tifosi, e ai quali andrà garantito un futuro che in nerazzurro è impresa ardua avere. E poi non dimentichiamo i giovanotti di belle speranze, alcuni già al centro di buone proposte altri che potrebbero diventarlo. Insomma, il materiale per dare una mano a questo bilancio non mancherebbe. E potrebbe aiutare a definire i confini di questo famigerato zoccolo duro che agli occhi dei tifosi appare mai come quest'estate molto, molto sfumato. 


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