Conte, bastasse solo Appiano...
Tutti siamo importanti, nessuno è indispensabile... diceva un detto. Aforisma, a quanto pare, questo sconosciuto ad Antonio Conte. 'A quante pare', peraltro, parecchio generoso visto e considerato che non sono di certo le dichiarazioni rilasciate nella giornata di ieri ad alzare il sipario sui tratti caratteristici dell'allenatore di Lecce, solitamente superbo, consuetamente altezzoso, dalle sfumature più di talvolta arroganti. Facile credere che a parlare sia un sentimento di risentimento, postumo delle parole non simpaticissime, appunto, dell'ex allenatore dell'Inter che, ancora una volta lancia una frecciatina velata ai suoi ex Presidenti e ai suoi ex club, Inter e Juventus. "Ho avuto il piacere di avere due presidenti giovani come Agnelli e Zhang che prima di me non avevano mai vinto - ha aggiunto Conte -. Abbiamo scritto la storia insieme" dice con molta diplomazia prima di aggiungere un "De Laurentiis invece ha già vinto uno scudetto" che racchiude con ottima retorica il dardo lanciato con direzione Torino e Nanchino, dove la ben confezionata stoccata sapientemente incastonata nel contesto congeniale a disfarsi dei sassolini rimaste nella scarpa negli anni addietro echeggia più acutamente dopo le autocelebrazioni dispensate davanti alla stampa il giorno prima in conferenza durante le quali c'è stato spazio anche ad un tbt ai tempi nerazzurri. Niente di così letteralmente pungente, è vero, ma di certo altrettanto lasciato al caso e conoscendo, del leccese, giusto qualche tratto caratteriale, nessun retropensiero può esser additato come eretico né clamoroso.
Riconoscendone i meriti e ringraziandone le fatiche di un corposo e importante percorso che ha portato al 19esimo scudetto della storia della Beneamata e gettato le fondamenta della squadra di cui tutt'oggi parliamo, qualche dettaglio probabilmente a Conte andrebbe rispolverato. Vale riportare l'unico sfogo 'fuori dalle righe' di Inzaghi negli anni a Milano, quando il piacentino (nell'immediato post Porto-Inter) rammentò come, anche senza 150 milioni di spese si potessero scrivere belle pagine di storia. Una cifra che ricorre nella carriera del salentino, neo arrivato all'ombra del Vesuvio, dove si è già dato ad uno 'shopping' dallo scontrino di 149,50 mln € che De Laurentiis ha straordinariamente finanziato, con l'indubbio segnale di voler replicare quanto centrato due stagioni fa da Spalletti. "Non ho nessuna rivincita da prendermi. So il percorso che ho fatto qui nell’Inter con il mio staff e i grandi uomini come i giocatori che ho. Negli ultimi dodici anni l'Inter ha vinto uno scudetto che gli ha procurato qualche problemino economico. Negli ultimi diciotto mesi ha vinto tre trofei, ha vinto una Coppa Italia, due volte la Supercoppa e ora è ai quarti di Champions" aveva detto Inzaghi nella sala stampa dello Stadio do Dragão dopo il passaggio ai quarti di finale di un'edizione di Champions che portò poi in finale di Istanbul. La brutta caduta valsa poi lo slancio per la seconda stella l'annata successiva. Una replica visionaria che l'allenatore dell'Inter ha già pronunciato in tempi non sospetti come risposta a passate e future possibili onde d'urto d'ogni tipo.
Senza nomi e numeri d'altissimo rango, particolari capricci e grosse autocelebrazioni l'Inter del post-Conte ha divertito e fatto gioire più di quanto non avesse fatto nel più recente passato. Con spensieratezza, qualche lacrima, e tante gioie proporzionali ai successi sportivi che hanno regalato a Inzaghi qualche storia da raccontare in più che non sia il grosso lavoro fatto su campi e foresterie di Appiano.