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Conte, Eriksen e i veri tifosi

di Lapo De Carlo

Quasi ogni stagione da tanto, troppo tempo, i tifosi dell'Inter danno vita a dibattiti che prendono la mano e diventano animati, accesi e alla fine noiosamente aggressivi.

Nel disgraziato anno solare 2020 è toccato a Eriksen e subito dopo a Conte.

Alla legione di tifosi che difende ogni sua scelta si contrappone quella che non lo sopporta in qualunque manifestazione e a prescindere dal risultato. Una volta può accadere, due forse ma se si ripete puntualmente c'è qualcosa che non va nel modo di discutere, perché trascende subito e troppa gente è convinta che in nome di un'opinione sia libera di oltraggiare gli interlocutori, i giornalisti e naturalmente la parte in causa.

Negli ultimi anni abbiamo assistito a gazzarre tra interisti che abbattevano Mancini al solo nome e altri che si definivano “manciniani”, poi Mazzari, Icardi, intorno al quale i toni tra opinioni divergenti sono stati desolanti, Spalletti e prima ancora Stramaccioni che oggi, dopo essere stato ricoperto di ingiurie è stato redento da una grande parte del tifo nerazzurro.

Conte a differenza di altri prima di lui, sembra aver pilotato la locuzione latina “divide et impera”, secondo la quale il migliore espediente per controllare e governare un popolo è dividerlo, provocando rivalità e fomentando discordia. Usa toni che evocano l’assedio, l’incompetenza di chi lo giudica e la malafede di ogni critica. Parole che hanno portato a esasperare ogni commento indirizzato al suo operato, al punto da rendere impossibile una mediazione tra i suoi errori e i meriti.

O sei “contiano” o sei "anti", una critica è un attestato di disonestà, un appunto è vissuto come lesa maestà.

L'ultimo caso riguarda l'ennesimo inutile ingresso di Eriksen in campo che ha evidentemente preso la scena.

Diversi tifosi dell'Inter sono più preoccupati della reputazione della propria squadra, pretendono che alla vittoria venga dato il giusto risalto e cercano un racconto immacolato da ombre di qualsivoglia tipo, ma non c'è stato sito o giornale che non abbia esaltato il successo nerazzurro. Oggi il livello è quello di un giornalismo rappresentativo che mostra Lukaku come un cyborg, poi come Hulk e dà in pasto le notizie sportive con tante figure e tanti colori, accompagnati da titoli enormi, senza contare i siti, i social, radio e televisioni che, sommate tutte insieme, danno la percezione sballata di ciò che accade davvero.

In questo modo le nuove generazioni si stanno abituando a tifare di più e a divertirsi di meno.

Perciò se l'altra parte del tifo nerazzurro biasima l’umiliazione recata ad Eriksen, per loro è una dimostrazione di finto interismo: “Non siete veri tifosi. Dobbiamo sostenere sempre la squadra” e aggiungendo che il giocatore viene dopo la squadra, è ben pagato e ha deluso. Punto.

Al di là della tragicomica patente di veri tifosi, quello che più avvilisce è la svilente cultura del carro su cui salire e da cui scendere. Una volta era solo un modo di dire scherzoso tra amici, ora è una ragione di vita del tifoso integralista, a cui non bisogna arrendersi.

Per chiosare la faccenda Eriksen, non vi è certezza ma è molto probabile che, al netto del minutaggio indecente riservato al danese, più che di bullismo si tratti invece di un accordo per garantirgli i bonus sulle presenze previste dal contratto siglato a gennaio. È l'unica spiegazione razionale, che non giustifica comunque ingressi tanto umilianti ma attenuerebbe il ruolo di cattivo della storia di Antonio Conte. Tuttavia la società ha smentito che si tratti della questione bonus e dunque tornerebbe ad essere una cosa personale.

La squadra è indubitabilmente con lui e le vittorie con tre gol a partita rifilati a Bologna, Borussia e Sassuolo lo dimostrano ampiamente.

Il ritorno al 3-5-2, il miglior stato di forma e una squadra più equilibrata stanno dando le prime soddisfazioni. Ho sinceramente temuto che Hakimi potesse fare la stessa fine di Eriksen ma per fortuna sta andando meglio, anche perché gioca con più continuità. L'esterno non aveva ancora avuto la possibilità di mostrare il suo repertorio e la doppietta col Bologna, oltre ai movimenti fatti in partita conferma una cosa ovvia: è un grande talento che migliorerà ulteriormente.

Dopodomani arriva lo Shakhtar a Milano e se la faccenda non dovesse chiudersi favorevolmente ci sarebbero diverse turbolenze, ma la posizione di Conte è forte.

L’Inter ha una rosa da scudetto e ha tutto per poterlo vincere. Chiunque ami l’Inter continuerà a parlarne con senso critico, senza farsi spegnere l'entusiasmo verso il piacere di parlare di calcio da chi guarda solo il risultato.

Amala.

VIDEO - ALLA SCOPERTA DI... - MARCOS PAULO, PROSPETTO DA TOP PLAYER


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