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Conte fa esplodere le pentole. C'è un'impresa che meriterebbe altro

di Alessandro Cavasinni

"Conte sta per esplodere", "Conte-Zhang, sarà resa dei conti", "Conte è come una pentola a pressione", "Conte agita l'Inter", "Conte teso alla meta", "Conte, rebus futuro": questi sono i richiami sulla stampa nazionale che hanno preceduto Inter-Verona, gara cruciale per lo scudetto. Nell'immediata vigilia del match con i gialloblu, il tema centrale è stato il presunto mal di pancia dell'allenatore leccese, reo di aver lasciato a intendere un malcontento nei confronti della proprietà. Tutto nato dalla conferenza stampa pre-gara, nella quale Antonio Conte aveva risposto con un "a fine campionato potrete farmi tutte le domande che volete su qualsiasi argomento, ma ora testa solo al Verona". Dichiarazioni da zero a zero, appunto, come lo stesso tecnico nerazzurro ha sottolineato successivamente. Ma qualcuno, evidentemente, ci ha voluto vedere della malizia. Ed è qui che lo stesso Conte ha smontato qualsiasi ricostruzione azzardata: "Sono stato molto chiaro. Le mie parole sulla Superlega non hanno interessato nessuno, mentre sul resto ho sottolineato come il presente sia più importante di tutto, poi ci vorrà un po' di chiarezza. Ricominciare da zero è stancante e faticoso, quindi certamente vorrei proseguire il mio lavoro qui. Quando inizi un percorso, speri possa durare a lungo. Detto questo, c'è bisogno di capire che cosa si può fare, ma in maniera molto serena".

Che le questioni societarie abbiano bisogno di schiarite è evidente da mesi, non da oggi. Non serve Conte per saperlo. Ci sono esigenze e impellenze finanziare delle quali si è discusso per settimane e settimane. Adesso si attende il ritorno di Steven Zhang a Milano per iniziare a mettere qualche punto, anche in vista della prossima stagione. Non solo Conte è in attesa: lo sono anche i dirigenti, i giocatori e, soprattutto, i tifosi. La situazione è fluida, come dimostra anche il progetto già abortito della Super League. Ma Conte ha ragione: non bisogna far passare lui a tutti i costi per "guerrafondaio". Lo è stato e se ne è assunto anche le responsabilità nei mesi passati. Stavolta, però, tutto quanto messo in piedi sembra davvero un'enorme forzatura.

Una forzatura che però ha fornito un assist importante all'allenatore pugliese, dandogli la possibilità di ribadire la sua ferma volontà di continuare a guidare l'Inter anche nella prossima stagione. Un desiderio non scontato per chi in questo lungo periodo si è dovuto fare carico anche di responsabilità non propriamente sue. Conte, per il club, è stato allenatore, gestore, psicologo, uomo forte davanti alle telecamere e, spesso, anche parafulmine. Una situazione che avrebbe potuto fiaccare la sua sete di Inter. Ma così non è stato. Adesso sta alla proprietà garantire stabilità e continuità alla società, in un modo o nell'altro.

Quello che potrebbe arrivare, sarebbe uno scudetto pesantissimo, tra i più complicati di sempre nella storia nerazzurra. Uno scudetto che verrebbe conquistato tra le mille incognite causate dalla pandemia, tra mille problematiche societarie, dopo un calciomercato non propriamente stellare e con la gran parte della critica avversa, dallo stile di gioco non gradito agli esteti alle continue allusioni circa un presunto fallimento imminente. Un'impresa che meriterebbe ben altro apprezzamento a livello mediatico. Quelle pentole a pressione stanno per esplodere, vero, ma per altri motivi.

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