Cosa ho capito dal mio viaggio a Jakarta
Adesso però basta feste ed epic-esultanze, non siamo neanche a metà dell’opera, manca un’eternità a maggio e soprattutto c'è ancora una montagna di partite da scalare, quindi bisogna tornare molto velocemente con i piedi per terra perché già domenica contro una Lazio con il sangue alla bocca sarà una partita durissima. Senza ombra di dubbio questa Inter del vero Mancio-bis sta stupendo tutti, finirà il 2015 da prima in solitaria in testa alla classifica, e tutto sembra andare per il verso giusto, al di là di ogni più rosea aspettativa. Anzi le cose vanno sempre meglio, perché a differenza di inizio stagione il gioco migliora, i gol iniziano ad arrivare, mentre la muraglia nerazzurra è ancora più impenetrabile, tanto che le critiche si sono addirittura trasformate in complimenti.
Non bisogna però fare l’errore di farsi ubriacare da queste lodi inattese, da questo primato in solitaria, perché sarebbe un errore fatale farsi prendere alla testa proprio in questo momento, con una Juve che è tornata e non sbaglia più un colpo, inseguendo come un avvoltoio chi le sta davanti, tanto che tutti la danno ancora come la grande favorita per la vittoria finale.
Non si deve neanche pensare che questa macchina si sia trasformata in un bolide perfetto, un paio di accorgimenti bisogna comunque darli a Mancini, perché, complimenti e critiche a parte, quello che si è capito in questi primi 5 mesi è che l’Inter se la può perlomeno giocare per lo scudetto e con qualche rinforzo farebbe addirittura un salto ulteriore di qualità. Se Pirlo effettivamente non ha nessuna intenzione di tornare peggio per lui, meglio affidarsi a qualcuno di più futuribile o che possa dare un contributo per almeno 3-4 stagioni, senza dimenticare che ad Appiano c’è un certo Sig. Kondogbia che non ha ancora dato neanche la metà, a mio avviso, di quello che può realmente dare e proprio con lui i manciniani potrebbero puntare al bersaglio grosso.
Dopo il mio viaggio a Jakarta però posso raccontarvi che ho capito una cosa molto importante: Erick Thohir non ha nessuna intenzione di partecipare, vuole vittorie e risultati, a ogni latitudine della società nerazzurra, dalle casse e dalle finanze ma soprattutto dal campo. È sì un uomo d’affari ma è affamato e ha tanta voglia di vincere, per un 2016 che può veramente colorarsi di nerazzurro: basta non montarsi la testa e dare a Mancini ancora un paio di regali.