Da CR7 a Gigio: Serie A al ribasso. Nell'Inter resta un'unica vera incognita
di Alessandro Cavasinni
Restando nei confini nazionali, possiamo certamente dire che, a meno di sorprese clamorose dell'ultima ora, un po' tutte si dono indeboliti e quasi nessuna si è rinforzata, almeno tra le big. La Juve ha perso tantissimo con l'addio di Ronaldo e non è da sottovalutare neppure il prestito di Demiral, che l'anno scorso ha rappresentato un'alternativa importante per Chiellini e Bonucci spesso acciaccati. Non meglio è andata al Milan, che ha salutato a zero Donnarumma e Calhanoglu, non due elementi qualunque. La nuova Roma di Mourinho ha visto partire il totem Dzeko, il sempreverde Pedro e non è riuscita a piazzare il colpo Xhaka, mentre l'estate del Napoli di Spalletti è stata condizionata dalla telenovela del rinnovo di Insigne e da un mercato sostanzialmente fermo. Infine Lazio e Atalanta: i capitolini sembrano aver assorbito nel migliore dei modi il passaggio da Inzaghi a Sarri, mentre i bergamaschi appaiono in un momento di leggera flessione anche a causa delle tante defezioni.
E poi c'è l'Inter, che ha preferito il mercato domestico a scommesse estere. La prima scelta nostrana riguarda la panchina: via Conte? Pronto Inzaghi. Difesa confermatissima e a ragione, almeno a vedere le prime uscite ufficiali. In mezzo, ecco il turco ex Milan che si è già fatto amare dai suoi nuovi tifosi, senza dimenticare due "nuovi" acquisti come quelli di Sensi e Vecino, di fatto out per tutto lo scorso anno. Sempre in mediana, Da sottolineare anche la grande voglia di Vidal, subito impattante con Genoa e Verona. Sugli esterni, Dimarco per Young rappresenta probabilmente un upgrade, Perisic e Darmian sono le certezze, Dumfries – erede designato di Hakimi – è in fase di apprendistato un po' come capitò lo scorso anno allo stesso marocchino. In attacco, la partenza di Lukaku è stata ammortizzata da un'idea chiara: impossibile reperire un centravanti dello stesso livello del belga e allora costruiamo un reparto più completo globalmente. E così Correa e Dzeko si sono uniti a Lautaro, in attesa del rientro a pieno regime di Sanchez e con Satriano baby in rampa di lancio (a meno di trasferimenti in extremis): erano anni che alla Pinetina non si avevano quattro punte di così alto valore tutte insieme.
Insomma, a ben vedere, sulla carta la rosa dell'Inter è completa in ogni reparto. Magari ha meno picchi di qualità individuale, ma in generale appare più omogenea, con Inzaghi che potrà disporre di scelte ampie e varie. L'unica vera incognita, a questo punto, resta in porta. Handanovic è un capitano serio e un portiere con qualità indiscutibili, ma la sensazione ormai è quella che non sia ancora così insostituibile come negli anni passati. Gli anni, purtroppo, passano per tutti. Ci sono già passati i vari Zenga, Toldo, Julio Cesar... Ci sta passando anche lui. La speranza è che torni a livelli accettabili e che non si riveli un neo troppo grosso.
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Giovedì 12 dicembre