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Da "romanista" ad anti-Juve

di Alessandro Cavasinni

Radiomercato ci aveva assicurato che lo scambio sarebbe stato impacchettato in quattro e quattr'otto, perché era volontà di tutte le parti in causa arrivare a una conclusione positiva. Edin Dzeko all'Inter e Alexis Sanchez alla Roma. La narrazione voleva che si celebrasse finalmente il matrimonio tra il bosniaco e Antonio Conte, che lo aveva inseguito fin dai tempi del Chelsea. Anche a Londra era stato preparato l'armadietto per l'ex Wolfsburg, e si trattava sempre di mercato di gennaio. Niente da fare all'epoca, niente da fare due estati fa e niente da fare neppure adesso. Allo stesso tempo, resta a Milano Alexis Sanchez, passato nel giro di poche ore da elemento essenziale per l'Inter a emarginato con la voglia di cambiare aria. Una ricostruzione sulla quale, francamente, ci riserviamo di avere più di un dubbio.

In principio era la Roma ad avere un grosso problema, dovendo piazzare l'ormai ex capitano senza rimetterci troppo: enorme la spaccatura con Paulo Fonseca, insanabile secondo i più. Come si sia passati da qui a parlare di Sanchez desideroso di sposare la causa giallorosso non si sa. Il caso Dzeko si è trasformato improvvisamente in caso Sanchez (toh, che novità...). Il cileno descritto come un giocatore stufo dello scarso impiego e impegnato a spingere con il suo procuratore verso lo scambio. Niente di tutto ciò. Ognuno al suo posto. Conte insoddisfatto? No, Conte non ha mai chiesto nulla alla società, come lui stesso ha sottolineato nelle ultime uscite mediatiche. E c'è da credergli, visti i trascorsi vulcanici davanti ai microfoni. Della serie: non è certo uno a cui manca il coraggio di spiattellare la realtà delle cose.

E oggi c'è Inter-Juve, andata della semifinale di Coppa Italia. E guarda il caso: con Lukaku squalificato, toccherà proprio ad Alexis Sanchez guidare l'attacco con Lautaro per dare un secondo dispiacere alla Signora dopo il 2-0 in campionato di appena due settimane fa. Una ghiotta occasione per l'ex Arsenal, uno che ha sempre dimostrato di tenerci eccome all'Inter: il sacrificio (grosso) a livello di ingaggio nel passaggio dallo United ai nerazzurri non va dimenticato. E quando è stato bene, spesso si è rivelato un fattore non banale nell'attacco di Conte, che cedendolo avrebbe perso caratteristiche uniche nella sua rosa. Nessuno, infatti, ha la fantasia, la visione di gioco, l'ultimo passaggio, la capacità di giocare spalle alla porta e di sgusciare via anche ai raddoppi del Niño Maravilla.

Da "romanista" ad anti-Juve. A conferma che il calciomercato è bello, ma il calcio di più.

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