Dalla conferenza di Mancini alla lucida follia di Inzaghi: torna Inter-Liverpool
di Alessandro Cavasinni
Quando a febbraio si rivedranno - stavolta prima in Italia e poi in Inghilterra - saranno passati 14 anni. Una vita calcistica. Nel frattempo, entrambe le società hanno festeggiato titoli in quantità, sia domestici che internazionali. Ma la situazione attuale è diversa e non tanto dissimile da quella del 2008. I Reds hanno piena consapevolezza e sono nel bel mezzo del ciclo di Klopp che ha già portato una Champions e una Premier League. I nerazzurri, invece, dopo un lunghissimo periodo di digiuno, sono tornati sul tetto d'Italia con Conte e adesso provano a crescere ulteriormente anche in Europa con le nuove idee di Inzaghi. La differenza di esperienza, qualità e maturità è evidente, basti pensare a come le riserve delle riserve del tecnico tedesco hanno battuto il Milan sceso in campo con il coltello fra i denti per cercare la qualificazione nell'ultima giornata della prima fase.
A rincuorare gli interisti, però, c'è soprattutto il gioco espresso dai campioni d'Italia. Al di là dei risultati, infatti, impressiona il dominio imposto da Handanovic e compagni a qualsiasi tipo di avversario e su qualsiasi terreno di gioco: che si tratti di Venezia o di Real Madrid poco importa, l'identità costruita da Spalletti, consolidata da Conte e abbellita da Inzaghi adesso è lampante. Prova ne è il doppio confronto con le merengues: due ko, certamente, che però hanno dimostrato come il gap con le big d'Europa ormai sia circoscritto a livello di singoli e non di mentalità e impostazione tattica. Per l'ultimo step, insomma, occorre la crescita del potenziale ancora inespresso di chi è già ad Appiano - da Lautaro a Bastoni, passando per Barella - e, ovviamente, rinforzi mirati. La Champions, oggi, per l'Inter resta un palcoscenico affascinante senza l'obbligo di vittoria finale, ma con quello di ben figurare e, soprattutto, capire il livello raggiunto in modo da intercettare le esigenze utili a progredire. Un po' come fece Mourinho nel biennio post-Mancini.
Poi gli ottavi arriveranno a metà febbraio, e in quella data potrebbe esserci anche tutto un altro calcio. Ci sarà da vedere come le squadre arriveranno al doppio confronto, tra condizione fisica e psicologica. A oggi il Liverpool gioca un altro sport non solo rispetto all'Inter, ma rispetto a quasi tutta Europa a eccezione di pochissime squadre. Ma quest'Inter sembra aver imboccato il solco di una lucida follia: ferrea volontà di comandare con qualità e tecnica contro chiunque. Il campo emetterà il giudizio. Guardare alla sfida con un minimo di speranza è già una vittoria. Per gli obblighi di vittoria ripassare fra qualche anno.
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