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...Diamo a Claudio quel che è di Claudio!

di Andrea Bosio

Amici nerazzurri, qualche settimana fa vi avevo detto di segnare sul calendario la data del 21 dicembre. Ieri sera si è chiuso infatti il primo bilancio nerazzurro di Ranieri. Una tappa importante per capire al meglio gli scenari della prossima sessione di calciomercato. In questi primi tre mesi il tecnico testaccino ha contribuito a far risalire i nerazzurri in campionato da un malinconico penultimo posto con 1 punto in tre partite all’attuale quinta posizione con un bilancio di 25 punti in 13 partite con una media punti di 1,92. In Champions l’approdo agli ottavi, dopo la partenza shock con la sconfitta casalinga a opera del modesto Trabzonspor con Gasperini in panchina (grazie a un filotto di tre vittorie consecutive) ha permesso ai nostri colori di chiudere il girone al primo posto.

Tanto tempo è passato da quel primo allenamento, quando esattamente 91 giorni fa sor Claudio allenava per la prima volta i ragazzi cercando di far capire al gruppo i propri metodi, la propria impostazione ma, prima di tutto, che l’Inter è una squadra nata per vincere e che si doveva ripartire da una ritrovata autostima.
Adesso la palla passa a Moratti. Trovo che la squadra abbia risposto bene e che, soprattutto dopo la lunga sosta in campionato (29/10-19/11), il lavoro svolto da Ranieri si sia fatto sentire.
I latini dicevano Reddite quae sunt Caesaris Caesari et quae sunt Dei Deo(date a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio). Un comportamento attivo nel mercato invernale è quello che tutti si aspettano dalla società. L’approdo a una delle prime tre posizioni in campionato- tanto importante a livello economico quanto per mantenere nei prossimi anni un punteggio alto nel ranking Uefa ,che permette di occupare le fasce più alte nei sorteggi-, non è più un miraggio e gli ottavi di Champions con il Marsiglia sono da considerarsi un turno abbordabile.
Non si tratta di rivoluzionare un’intelaiatura che da ancora delle garanzie ma, molto più semplicemente, di intervenire chirurgicamente con operazioni che possono andar bene sia nel breve che nel medio periodo. E soprattutto, di regalare la convinzione di essere ancora vivi e presenti all’interno di un mercato che, ribadisco, se portato avanti in modo intelligente potrebbe regalarci ancora delle grandi soddisfazioni.


Una cosa ancora. In apertura abbiamo parlato di Ranieri e sinceramente non capisco chi lo considera un allenatore di secondo piano. Ricordiamo a tal proposito i passi più significativi della carriera da allenatore. Tra il 1988 e il 1991 fa vincere la Coppa Italia di C e riporta in serie A il Cagliari in soli due anni. Nel 1991 allena un Napoli in fase calante riuscendo però a riposizionarlo in Europa. Dopo l’esonero con i partenopei approda nel 1993 alla Fiorentina (appena retrocessa) riuscendo a stravincere il campionato di B. In Toscana rimane per quattro anni in cui vince una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana e portando tra l’altro i viola ad un inaspettato quarto posto in campionato. Per la stagione 1997-1998 accetta la proposta del Valencia e parte per la Spagna con l'obiettivo di far risalire i Taronges che avevano appena esonerato l'ex allenatore Jorge Valdano dopo aver toccato il fondo della classifica. Conclude la prima stagione garantendo al Valencia il 9º posto in classifica, che varrà alla sua squadra la partecipazione alla Coppa Intertoto 1998 (vinta in finale battendo l'Austria Salisburgo, garantendosi così la partecipazione alla Coppa Uefa). Nella stagione 1998-1999 le cose vanno ancora meglio e il suo Valencia si classifica quarto, riuscendo a entrare così in Champions League. Sempre in questa stagione vince il suo primo trofeo estero conquistando la Coppa del Re battendo in finale con il risultato di 3-0 l'Atletico Madrid. Purtroppo però l’anno successivo sarà proprio alla guida dei  Colchoneros, in crisi e in amministrazione controllata, che si chiuderà la parentesi spagnola di Ranieri. Nel 2000-2001 va in Inghilterra per guidare il Chelsea e qui  Claudio Ranieri sfiora l'impresa raggiungendo la semifinale di Champions League 2003-2004 ed il secondo posto in Premier League nello stesso anno. In totale dirige i blues in 199 partite ufficiali, riuscendo ad ottenere 107 vittorie. Il tutto,va detto, in un Chelsea molto diverso rispetto a quello guidato da Roman Abramovich che, una volta sbarcato a Londra (2003), dopo una sola stagione decide di esonerarlo.
Nel giugno del 2004 torna a Valencia ma, nonostante la vittoria della Supercoppa Europea, viene esonerato a febbraio 2005, in seguito all'eliminazione dalla Coppa UEFA da parte della Steaua Bucarest.
Dopo due anni di inattività lavorativa ma di tanto studio, nel febbraio del 2007 prende il posto di Stefano Pioli sulla panchina  del Parma per cercare una disperata salvezza. Impresa quasi impossibile ma brillantemente riuscita. Nell’estate successiva passa alla neopromossa Juventus, che riesce a condurre a un insperato terzo posto. Nella stagione successiva, clamorosamente, a due giornate dalla fine del campionato il tecnico viene esonerato con la squadra terza in classifica (ricordiamo tra l’altro due prestigiose vittorie nel girone di Champions con il Real Madrid).
Il 2 settembre 2009 diventa l'allenatore della Roma, subentrando a Luciano Spalletti dimessosi dopo le sconfitte con Genoa e Juventus nelle prime due giornate di campionato. Il tecnico, dopo una lunga carriera, ritorna così nella sua città natale, nella stessa società in cui era cresciuto. Sappiamo tutti quanto sia difficile essere profeti in patria, specialmente a Roma, dove comunque il 6 dicembre 2009 vince il suo primo derby da allenatore
L'11 aprile 2010 porta la Roma a superare la capolista Inter di un punto, battendo l'Atalanta per 2-1, poi ci pensa San Pazzini… Il 18 aprile 2010 vince il secondo derby, battendo la Lazio per 2-1 correggendo in corsa l'impostazione tattica escludendo dalla gara due giocatori-simbolo come Totti e De Rossi. La mossa, spregiudicata ma vincente, gli vale l'apprezzamento di gran parte della stampa sportiva e dei suoi colleghi allenatori. Il 21 aprile 2010 conduce la Roma alla sedicesima finale di Coppa Italia (record assoluto),la quinta negli ultimi sei, che, come nelle quattro precedenti tra il 2005 ed il 2008, è stata disputata contro l'Inter e persa per 1-0. Il 16 maggio 2010 chiude il campionato 2009-2010 al secondo posto con 80 punti (con la più alta media punti del campionato, avendo preso la squadra dopo le prime due partite di campionato) due in meno dell'Inter, dopo che per 37 minuti la squadra era stata campione virtuale.
Il 20 febbraio 2011, dopo la sconfitta per 4-3 con il Genoa  rassegna le dimissioni (aspetto da non sottovalutare!) da allenatore della Roma e viene sostituito da Vincenzo Montella.


Insomma una carriera per certi versi sfortunata (non ha mai allenato le squadre nel loro momento migliore), ma di tutto rispetto e di assoluto valore.
Carissimo Presidente, che dice, complice anche l’atmosfera natalizia, non è il caso di fare un bel regalino al bravo Sor Claudio e a tutti noi?

BoA


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