Dimmi con quali esterni vai e ti dirò che Inter sei
In queste settimane di stop al calcio, quello che non si è fermato è il calciomercato. O meglio: il fantamercato. Con l'assenza di partite, fatalmente, l'argomento ha avuto anche maggior richiamo. "Non si gioca, di che si può parlare?", si saranno chiesti i media. Domanda legittima e per certi versi risposta fisiologica. Parlare delle trattative che saranno vuol dire anche guardare al futuro, a un ritorno alla normalità. Con la chiusura della stagione attuale in dubbio, ci si comincia a proiettare alla prossima. Che però non si sa quando e come inizierà.
Per quanto riguarda l'Inter, l'argomento 'caldo' resta quello relativo al futuro di Lautaro Martinez. Resta? Parte? E se parte, per quanti milioni di euro? Ci saranno contropartite tecniche? Unica destinazione possibile il Barcellona di Messi? Chissà. Ma dando uno sguardo più allargato alla situazione in casa nerazzurra ci si accorge che, paradossalmente, non è quello dell'attacco il reparto che dovrà subire il restyling maggiore. Certo, arriveranno un vice-Lukaku e un sostituto di Sanchez (l'avventura ad Appiano del cileno è destinata ad esaurirsi al termine dell'attuale campionato), e ci sarà spazio eventualmente anche per l'erede di Lautaro. Ritocchi anche in difesa (via Godin?) e in mezzo (Vidal?). Ma è sugli esterni che Antonio Conte ha necessità impellenti. Al di là della quantità, al tecnico salentino occorre maggiore qualità sulle fasce rispetto a quella che ha attualmente. Eppure se ne parla poco o nulla.
A oggi, calcolando D'Ambrosio un jolly, l'Inter in rosa ha come esterni i vari Candreva, Young, Asamoah, Biraghi e Moses. Considerando che gli ultimi due sono in prestito e che il ghanese è reduce da un'annata funestata da un grave infortunio, all'appello dei 'confermatissimi' ne restano appena due: Candreva e Young. Entrambi affidabili, ma indubbiamente in là con l'età. Ed è evidente come a Conte manchino alternative top per quel ruolo. Si sono fatti i nomi di Marcos Alonso ed Emerson Palmieri: profili che sarebbero perfetti per una squadra che punta a tornare ai vertici stabilmente. Per il resto, poco altro. Tutto tace. E magari è un bene, perché significa che Marotta e Ausilio stanno lavorando seriamente e nell'ombra. Ma vale la pena sottolineare l'importanza degli esterni nel gioco di Conte, che a loro chiede un grandissimo dispendio di energie e non solo. Come si è potuto apprezzare anche nel suo primo anno all'Inter, l'ex c.t. azzurro ha applicato un 3-5-2 costruito su codici imparati a memoria dai suoi interpreti. E in questo scacchiere, le fasce devono saper difendere, attaccare, ma anche offrire soluzioni originali ai compagni e trovarne a loro volta. Candreva è quello che si è esaltato di più, Asamoah ha fatto bene finché il fisico ha tenuto, Young si è subito imposto guadagnandosi la conferma, Biraghi in fin dei conti non ha demeritato (ma nemmeno brillato), mentre Moses ha avuto poco tempo per ripagare la fiducia.
E allora non è esagerato dire che molto della squadra futura si capirà dai movimenti di mercato sulle corsie laterali. Un conto sarà costruire un'Inter con due batterie di esterni di valore assoluto, un altro un'Inter con due batterie di esterni di livello medio. Dimmi con quali esterni vai e ti dirò che Inter sei.
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