Diroccati?
L’istantanea che più mi è rimasta impressa della semifinale di andata con la Roma è un primo piano di Palacio, che cerca di recuperare fiato, spompato dai mille scatti che ha fatto per buona parte della partita, combattendo praticamente da solo contro tutta la difesa della Roma, con la regia della Rai che poi passa su Tommaso Rocchi, con piumino e cappellino, imprigionato e immobile a congelare in panchina. Non si stava neanche scaldando l’ex capitano della Lazio (come stavano facendo invece Livaja, Mudingayi e Alvarez) e questo non ha fatto che moltiplicare i miei dubbi.
Per il dizionario della lingua italiana “diroccato" è sinomino di "rovinato, cadente, in rovina”… troppo per l’Inter che nonostante le frequenti emergenze è ancora in gioco su tutti i fronti e sta combattendo per la Champions League. Consideriamolo solo un semplice gioco di parole che però rende bene l’idea di quello che ho iniziato a pensare. Vada per l’occasione low cost, facciamo finta di ignorare le 35 primavere dell’ultimo acquisto nerazzurro però vedere che non sia ancora pronto per giocare un finale di una partita di Coppa Italia, con Stramaccioni che gli preferisce Livaja, ha fatto suonare l’allarme rosso. Il problema però non Rocchi ma l’infortunio di Diego Milito, quello che tutti, da Strama in poi, scongiuravano da inizio stagione, un’assenza che ha sottolineato con un evidenziatore gigante e fosforescente l’insufficienza della rosa nerazzurra e la mancanza di un’alternativa reale al Principe diversa ovviamente da Rocchi e da Palacio, che continuando così rischia anche di finire in riserva per sovra-utilizzo.
Si tratta poi di un problema che bisognerà comunque affrontare in tutta la sua gravità naturalmente a fine giugno, quando Milito avrà già toccato i 34 anni. Adesso la speranza non può che essere che il suo infortunio al ginocchio non sia nulla di grave, che Milito possa tornare al più presto al centro dell’attacco nerazzurro. In caso contrario urge correre assolutamente ai ripari, fino a che c’è ancora tempo, e intervenire con decisione. Partecipare alla prossima Champions League è infatti troppo importante, per i tifosi, per il blasone del Biscione e soprattutto per le casse societarie. E’ un discorso che vale naturalmente anche per il Paulinho di turno o per il regista che serve assolutamente in mezzo al campo come continua a chiedere Stramaccioni.
Sarebbe meglio quindi stoppare, dopo la cessione di Sneijder, i sacrifici sull’altare del Dio Bilancio almeno per qualche giorno, perché se no si rischia di finire “rovinati, cadenti, in rovina”, come dice il dizionario, o semplicemente “Diroccati”, un gioco di parole utile per riflettere, fare due conti e pensare a rinforzare l’Inter in questa ultima settimana di mercato.