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Dov'è finito l'entusiasmo delle inseguitrici?

di Fabio Costantino

Ripensando ai fiumi di parole dopo la quindicesima giornata di campionato mi viene un po’ da sorridere, non male considerando la fresca delusione di una vittoria gettata nel gabinetto a 10 minuti dalla fine. Torno con la memoria all’entusiasmo di Juventus e Milan, una volta avvicinata la capolista, e alla loro voglia di scudetto, improvvisamente rinata al termine di una sola giornata di campionato, come se le quattordici che l’hanno preceduta non contassero nulla. Chi rideva lo scorso weekend, oggi piange e può ergere una statua a Tiribocchi se il proprio campionato ha ancora un senso. Bari e Palermo sono due buonissime squadre, ma non possono rappresentare un ostacolo insormontabile per chi ambisce a togliere lo scettro alla capolista. Non fosse stato per gli errori dell’Inter, oggi parleremmo nuovamente di una corsa al titolo inesistente e i fiumi di parole non sarebbero che mesti silenzi. Penso all’occasione sprecata a Bergamo, di cui solo la squadra di Mourinho può incolparsi, perché l’Atalanta mai avrebbe trovato il pareggio se l’avversario non fosse rimasto in dieci nel secondo tempo e se un pasticcio di Lucio non avesse consentito a Tiribocchi di salvare orobici e campionato. Poco male, è l’ennesima lezione che bisognerà portare a casa, le partite si giocano con concentrazione per 90 minuti, e per quelli di recupero che vengono concessi.

Sia chiaro, non voglio puntare il dito contro Sneijder per uno sciocco secondo giallo: l’olandese ha giocato un’ottima partita, alla luce anche di una condizione non ancora ottimale. Né voglio mettere dietro la lavagna Lucio, che ha commesso un errore grossolano, è vero, ma fino a quel momento era stato impeccabile. Purtroppo se un difensore sbaglia, non bastano i meriti raccolti in precedenza per riparare al danno… Mi spiace per i due punti persi, sia ben chiaro, ma se guardo il bicchiere mezzo pieno noto che l’Inter ha guadagnato un punto sulle inseguitrici ma, soprattutto, ha subito solo in parte le fatiche della Champions, pagate a caro prezzo dalle altre euro-italiane. Bergamo resta così una città scomoda per Mourinho, lo scorso anno massacrato sotto i colpi di Doni e Floccari, ma almeno la vittoria stavolta è stata davvero a un passo. È giusto dunque essere ottimisti, senza soffermarsi troppo sulle manchevolezze di questo pomeriggio bergamasco (analizzando però con attenzione cosa non ha funzionato), ma pensando che il primato è stato consolidato e che alle spalle c’è chi ha molti più motivi per essere preoccupato. E pensare che solo una settimana fa costoro festeggiavano la caduta nerazzurra e già pensavano all’aggancio…


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