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Dov'è finito lo spirito del San Paolo? ET, non sono d'accordo: l'Inter è l'Inter

di Marco Barzaghi

Anche se con un po’ di ritardo buon 2016 a tutti i voi. Purtroppo ci eravamo lasciati con il mio ultimo editoriale, prima di Inter-Lazio, che cominciava così “Adesso però basta feste ed epic-esultanze, non siamo neanche a metà dell’opera, manca un’eternità a maggio e soprattutto c'è ancora una montagna di partite da scalare, quindi bisogna tornare molto velocemente con i piedi per terra perché già domenica contro una Lazio con il sangue alla bocca sarà una partita durissima”. Stando a contatto quasi tutti i giorni con la squadra e l’ambiente nerazzurro avevo infatti respirato un po’ troppa euforia pre-natalizia, che si è tradotta nella sconfitta con la Lazio e con un brusco ritorno con i piedi per terra. Nel 2016 però le cose non è che siano andate meglio, a Empoli i 3 punti sono stati un regalo della Befana, mentre l’assurda sconfitta con il Sassuolo di domenica scorsa grida ancora vendetta. Urge quindi correre subito ai ripari, ritrovare quella voglia di vincere e sputare sangue fino alla fine che si è già vista in tante altre partite, fare quadrato, gruppo e ripartire, per non rovinare tutto quello che di buono è stato fatto finora. 

Buttando via i 3 punti contro il Sassuolo l’Inter ha perso contemporaneamente la testa della classifica, il titolo di campione d’inverno, insieme a tante certezze, che non possono che diminuire ulteriormente  dopo il sorpasso del Napoli e l’arrivo degli avvoltoi bianconeri. Serve subito una risposta immediata, già sabato contro l’Atalanta e poi nelle partite che arriveranno, per dimostrare a critici e soloni che questa è un’Inter che vuole a tutti i costi tornare protagonista. 

Quando sento poi dire che l’obiettivo non è lo scudetto ma tornare in Champions League, non ce ne voglia ET, però scusate non ci sto e avevo già scritto questo prima del consiglio di Tuttosport di cui faremmo volentieri a meno. L’Inter è l’Inter, come dice spesso Roberto Mancini, altre squadre possono essere più attrezzate o più abituate a lottare per vincere, ma l’obiettivo deve essere lo scudetto, a costo di fallirlo, però mettere così le mani avanti diventa un alibi troppo grosso per i giocatori. Per la dimostrazione del valore di questa squadra basta ricordarsi cosa è riuscita a fare nel secondo tempo a Napoli, con un uomo in meno: ha messo alle corde Higuain e compagni, dimostrando di essere più che mai a livello di chi corre per la vittoria finale. Ecco bisogna ritrovare lo Spirito del San Paolo per puntare al bersaglio più grande, giocare ancora con quella voglia di stupire tutti e di zittire chi non aspetta altro che l’Inter torni quella degli ultimi 4 tristi anni.


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