Due ringraziamenti molto speciali
Sappiamo di per certo che alla vigilia della 30esima giornata Vincenzo Iaquinta, ex Udinese, ha chiesto pubblicamente a Fabio Quagliarella, compagno di nazionale ed erede in maglia friulana, di battere l’Inter per aiutare la Juventus a ridurre lo svantaggio di 7 punti in classifica. L’attaccante calabrese ha fatto il suo dovere, portando in vantaggio i torinesi sul momentaneo 3-2, il bomber napoletano invece non è riuscito ad accontentare il collega e i tifosi dell’Udinese, pur combattendo con onore contro la capolista. Non sappiamo, invece, se qualcuno all’Inter abbia contattato Sergio Pellissier per chiedergli di fermare la Juve nel pomeriggio dell’Olimpico. Se così è stato, sembra evidente che a Milano il centravanti del Chievo deve avere un grandissimo amico, se è vero che è riuscito nell’impresa di infilare Buffon ben tre volte, consentendo ai mussi volanti di portare a casa un sorprendente ma meritatissimo pareggio. Pellissier lo ha fatto innanzitutto per il Chievo e per sé stesso, ma in seconda battuta ha fatto un enorme favore all’Inter, che è scesa in campo a Udine senza la pressione che un -4 della Juve le avrebbe messo addosso. La squadra di Mourinho è sembrata addirittura troppo tranquilla, considerando la prestazione sotto tono contro i ragazzi di Marino. Ma alla fine l’hat-trick di Pellissier è stato utilissimo non solo per mantenere invariate le distanze, ma addirittura per allungare in classifica.
Ed è qui che nasce il secondo ringraziamento speciale. Non allo sfortunato Isla, che a 20 anni ha pagato con un episodio maledetto il fatto di doversi sacrificare in una posizione non sua. Sarebbe troppo cinico dirgli grazie per quel clamoroso e grottesco autogol. La gratitudine nerazzurra va alla dea bendata, la fortuna in altre parole, che nella serata del Friuli ha sorriso a 32 denti a Mourinho, bravo e fortunato, è il caso di dirlo, nel pescare dal mazzo Patrick Vieira, protagonista dell’inserimento che ha portato all’autorete decisiva di Isla. Un episodio tira l’altro, insomma, come se ogni cosa fosse parte di un disegno già realizzato ma ancora invisibile agli occhi dei tifosi. I quali, con 9 punti di vantaggio, possono però intravederne i lineamenti che tanto ricordano un pezzo di stoffa di tre colori, molto simile (anzi, identico) a quello che da tre anni fa la sua figura sulle maglie nerazzurre. È ancora presto per cantare vittoria, ma non lo è per elargire ringraziamenti a chi se li merita.