E adesso, pigiamo sull'acceleratore!
A quanto pare, ne siamo usciti. E meno male, verrebbe da dire, perché a un certo punto l’attesa era diventata più snervante di quella per la mossa decisiva in una partita a scacchi in corso da ore. Habemus allenatorem, dunque, a meno di clamorosi ribaltoni dell'ultimissimo minuto, a questo punto nemmeno augurabili per le nostre coronarie: questo dopo che l’addio di Leonardo e il no di quello che sembrava ormai il sostituto certo del brasiliano, ovvero Marcelo Bielsa, hanno scatenato un tornado di voci, contatti veri e presunti, di affermazioni di presidente e dirigenti, di sì e di no, che hanno gettato i tifosi in una cupa nebbia fatta di sconforto quando non di rabbia, in alcuni casi (vedasi la pagina su Facebook di cui abbiamo parlato) squarciata dal raggio di sole dell’ironia. Dopo questi giorni convulsi, dicevo, tutto sembra essere arrivato alla conclusione: l’Inter, ultima formazione in ordine cronologico delle 20 di Serie A, trova il tassello allenatore individuandolo (aspettiamo ovviamente l'ufficialità, ma tutto lascia presagire che sia così) in Gian Piero Gasperini da Grugliasco, noto nel mondo del calcio come Gasp o Gasperson.
Già tanti sono stati i commenti da parte dei tifosi relativamente alla scelta del tecnico piemontese, cresciuto sia come giocatore che come allenatore nelle fila della Juventus ma il cui grande ‘guru’ è quel Giovanni Galeone dalla cui scuola è uscito anche Massimiliano Allegri: alcuni positivi, parecchi altri negativi. Si passa insomma dall’attesa per vedere il gioco di Gasperini applicato all’Inter alla delusione perché il nome e il curriculum del tecnico, arrivato peraltro quando l’Inter si è ritrovata a scegliere dopo aver incassato parecchi pollici versi, non sarebbero blasonati e prestigiosi, insomma non sarebbero da Inter. A mio parere, credo che esprimersi verso l’uno o l’altro estremo già oggi sia un po’ fuori luogo. Non condivido, con tutto l’affetto e la stima per lui, il ‘pessimismo cosmico’ mostrato dal collega Alessandro Cavasinni già al 22 giugno. Io preferisco innanzitutto dirgli 'Benvenuto', perché per il momento è l’unica cosa che si può fare. E poi capire, prima di dare un primo giudizio, come e soprattutto con chi Gasperini inizierà a lavorare.
E quindi, l’auspicio è uno: che adesso, esaurito questo incredibile tormentone di inizio estate, la società, ora che il tecnico c’è, si rimbocchi le maniche e pigi di netto l'acceleratore sul mercato. Senza pensare di contraddirmi con quanto dissi qualche giorno fa, e senza pretendere nomi a cinque stelle, adesso la società deve essere decisa nel puntare su quei nomi che possono garantire alla squadra un rinnovamento anche qualitativo. Penso che l’Inter a questo punto debba agire con risolutezza, perché troppo tempo si è perso dietro questa vicenda che ha assunto talvolta contorni grotteschi. E lo deve soprattutto ai tifosi, quei tifosi che hanno più o meno pazientato di fronte alle continue sortite e ai ‘depistaggi’ degli ultimi giorni del presidente Moratti (anche se l’Oscar spetta al figlio Angelomario, quando ha affermato che il tecnico nerazzurro sarebbe stato ‘una donna’).
La società lo deve anche e soprattutto a quei tifosi che, nonostante tutto, a fianco della squadra vogliono stare sempre e comunque, come dimostra il dato degli abbonamenti rinnovati diffuso ieri, aumentati del 5% rispetto alla scorsa stagione. Se la matematica non è un’opinione, è una testimonianza tangibile del fatto che la fede nerazzurra non si fa travolgere dagli eventi, e nutre fiducia nella squadra a priori. E quindi, quale migliore occasione per ricambiarla?