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E invece… non gli resta che imparare

di Egle Patanè

Fiu...! È stato il pensiero più condiviso tra gli interisti subito dopo il triplice fischio di Inter-Como. A giudicare dal risultato il match del pomeriggio di San Siro contro la squadra di Cesc Fabregas sembrerebbe tutto scontato, soprattutto i tre punti che l'Inter ha intascato al termine del 4-0 inflitto ai cugini comaschi. Eppure sfideremmo chiunque ad ammettere con leggerezza di aver scommesso su una vittoria così larga della squadra di Cristian Chivu prima delle 18.00 di ieri. Il bel gioco, il bel percorso, la classifica stagionale, il numero di sconfitte evitate negli ultimi tre mesi... dodici in campionato, la qualità dei giocatori e la bravura dell'allenatore avevano fatto del Como il perfetto anti-eroe che avrebbe potuto infliggere ai nerazzurri un weekend indigesto pre-Liverpool. Avrebbe potuto, ma così non è stato. A complicare gli intenti dell'ex centrocampista spagnolo ben noto dalle parti di Viale della Liberazione, sono stati i giocatori che Fabregas ha 'rifiutato' di allenare e che ancora ieri gli hanno fatto stropicciare gli occhi come ha ammesso lo stesso allenatore a fine gara. Ammissione o meno del classe '87 iberico nel post-gara, gli interisti hanno messo in chiaro le cose da subito e i primi due brividi inflitti alla panchina comasca nei primi tre minuti sono stati il preludio di una gara che ha lasciato speranze ai dirimpettai degli interisti per un'ora, ma solo sulla carta.

Dopo il gol di Lautaro arrivato all'11esimo minuto, il risultato resta inchiodato sull'1-0 per altri cinquanta minuti e prima che l'Inter trovi il raddoppio sottoscritto da Thuram il Como tenta un leggero capolino fuori dal guscio che per qualche giro d'orologio mette alla bandierina l'Inter, costretta a indietreggiare e incassare i colpi di una squadra che spera di approfittare di qualche disattenzione che non solo non arriva, al contrario, innesca la ripartenza dei padroni di casa che finiscono ancora alla bandierina, ma dall'altro lato del campo e sotto la Nord: corner e tap-in del francese che mette in ghiaccio un tabellino che dilaga nel finale. Calhanoglu all'81esimo, Carlos Augusto all'86esimo fanno prima il terzo, poi il quarto e finisce con un poker di gol all'attivo e zero subiti che ridimensiona il Como e rilancia in prima posizione per una notte la squadra di Cristian Chivu. Il tecnico romeno però stavolta indossa i panni di Lautaro e si presenta ai microfoni con tanto di serietà e pochi sorrisi: "Si poteva far molto meglio", ha esordito la guida nerazzurra a DAZN dove rimprovera ai suoi fretta e frenesia che li ha portati a spendere tanta energia, prima di dare il titolo alla stampa dribblandola: "Il confronto con Fabregas motivazione in più? Quelli sono i titoli dei giornali che fanno comodo a voi". 

Una risposta che smonta la polemica nell'intento di crearla e segna il gol della manita di una partita valsa a Chivu l'assist vincente. Paragone con Fabregas superato a pieni voti, fantasmi da polemici 'se e ma' mediatici scacciati e qualche altra risposta trovata sullo stesso campo dove solo qualche giorno fa il tecnico dell'Inter aveva già trovato un ottimo Andy Diouf che contro il Venezia aveva gasato e fatto ricredere i 45mila presenti al Meazza. E dopo gli applausi spesi per il francese ex Lens, San Siro applaude a scena aperta anche Luis Henrique. Contro il Como l'ex Marsiglia, che già contro il Venezia non aveva fatto male ma non si era preso i riflettori, ritrova la seconda titolarità consecutiva, stavolta 'nel suo lato' ed è sua buona parte del merito che vale a Lautaro l'1-0 e rischia di servirne un altro sempre al capitano che però si lascia prendere dalla mano e spreca negando al brasiliano la seconda impronta sul tabellino. Ma tanto gli basta a godersi un San Siro incredibilmente caldo al netto delle temperature e visibilmente in festa anche per la fiducia finalmente riposta in quei nuovi interpreti che in tre giorni hanno trovato 'nuova vita', di sicuro l'inizio di una metamorfosi che potrebbe compiersi al termine del percorso di inserimento e adattamento che Chivu ha tenuto a sottolineare, ancora una volta in tackle sulle curiosità dei colleghi a San Siro. Necessità di tempo e altrettanta pazienza, elementi che, diversamente da chi pone le domande, chi le riceve, ha avuto e ha nelle corde. Caratteristiche che oggi seppur con calma e passi felpati stanno cominciando a dare i frutti che con dedizione e zelo l'ex terzino dell'Inter ha amorevolmente piantato e visto germogliare fino a veder crescere e chissà che non possa presto raccogliere. Chivu ha difatti ormai coinvolto tutti e la cosa è clamorosamente reciproca, visto il modo in cui guida la squadra, esulta in maniera spettacolare specie dopo terzo e quarto gol, condivide la gioia di quello che definisce ogni volta che può un gruppo fantastico. Peccato per Fabregas, che comunque tante gioie così ne ha avute e sicuramente ne avrà; ma questa sera e questo San Siro avrebbero potuto essere suoi, e invece non gli resta che... imparare.


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Domenica 7 dicembre