È ora di vincere uno scontro diretto in A
Dopo il roboante 6-1 contro il Bologna e l’inopinata sconfitta allo Stadium contro la Juventus per 2-0, l’Inter ha la possibilità di chiudere il 2022 in piena lotta per la Champions League e con un lumicino di speranza per il Tricolore.
Vista la classifica, ad oggi, pensare allo Scudetto è un’utopia. E anzi, si deve pure fare attenzione ad entrare tra le prime quattro. Siccome però da gennaio inizierà un nuovo campionato e – si spera – i nerazzurri potranno schierare – presumibilmente – il “nuovo acquisto” Lukaku, la logica impone ragionamenti positivi. Se Big Rom dovesse essere in forma, ma anche solo abile e arruolabile, l’Inter sarà più forte di oggi. Non avrà più alibi e soprattutto dovrà provare a vincere davvero ogni gara della Serie A. Siccome però con i se e con i ma non si va da nessuna parte, mi sembra corretto analizzare quel che è stato e non quello che sarebbe potuto essere.
Anche io so che Brozovic è stato a mezzo servizio e che con tutta la rosa a disposizione si sarebbero ottenuti più punti, è normale. Aggiungo però che non è nemmeno accettabile che sinora l’Inter non abbia vinto, in Serie A, uno scontro diretto.
Alcune sconfitte sono state meritate, altre molto meno, ma alla fine conta il responso sul verde. E il risultato finale. Se non fai gol, è colpa tua. Se subisci una caterva di reti evitabili, idem.
Quindi che Inzaghi lavori sulla fase difensiva (ce non è solo la difesa) e che i giocatori capiscano che senza quella fame di vittoria di chi vuole fare la storia, non si arriva lontano.
Serve sempre, in ogni partita e circostanza, la massima cattiveria agonistica possibile. Devi ammazzare il match, importi sul tuo avversario, uscire dal campo sapendo di aver dato tutto.
Per te e per i tuoi compagni. Discorsi che valgono sempre, a partire da domenica. Quando contro l’Atalanta servirebbero tre punti per la classifica, l’autostima e per far vedere a tutti gli italiani che l’Inter, in Serie A, può battere le squadre migliori. Prima era la norma, ora l’esatto opposto.
Lavoro, abnegazione, testa bassa e pedalare, senza guardare la classifica. Quella magari tornerà davvero a sorridere a Primavera inoltrata.