E qui comando io...
Fino a quel momento, è stato probabilmente il migliore in campo: la sua presenza per i difensori della Fiorentina è sempre sinonimo di massima allerta. E' al posto giusto quando Natali cicca malamente un pallone in area (lamentandosi per una spintarella); lui ringrazia e serve a Milito il cioccolatino del definitivo 1-0. Insomma, ha brillato, eccome, Mario Balotelli, protagonista di una partita soddisfacente. Fino a quando... Fino a quando succede che la Fiorentina deve battere un calcio d'angolo, e allora Mourinho chiede a tutti i suoi ragazzi di rientrare per dare una mano ai difensori, lui compreso. Ma Mario Balotelli tarda a eseguire, rimane fermo a metà campo, lamentando un colpo subito. Mou si arrabbia e lo rimbrotta pesantemente, e in quel momento, cosa succede? Che SuperMario si lamenta e "osa" rispondere a muso duro al suo tecnico.
Gesto sfrontato, peggio, un atto di "disobbedienza" bella e buona, quella di Balotelli, che il sergente Mou proprio non digerisce. E allora, ecco alzarsi in fretta e furia Thiago Motta, che dopo pochi minuti prenderà il posto proprio di Balotelli. Che nel frattempo ha provato a spiegare le sue ragioni ai compagni, Maicon in primis. E che quando vede il 45 rosso sul tabellone, peraltro dopo aver recuperato un altro buon pallone, proprio non è il ritratto della felicità, anzi. Nessun incrocio di sguardi con l'allenatore e via negli spogliatoi. E poco importa che senza Mario, l'Inter comincerà a rendersi meno pericolosa dalle parti di Frey e anzi andrà un po' in sofferenza davanti a una Fiorentina che, grazie anche al peperino Jovetic entrato qualche minuto prima, ha iniziato ad affacciarsi pericolosamente nei pressi di Toldo.
Facile ipotizzare che a partire da domani sentiremo un nuovo coro di accuse verso Mario Balotelli, ancora una volta resosi protagonista di un episodio che ne mette a nudo i limiti caratteriali. Ma non è mia intenzione gettare la croce addosso a Mario, al quale semmai rimprovero il fatto di aver dato nuovamente adito a ciò che prevedo accadrà. Qui, piuttosto, mi piace sottolineare ancora una volta quello che è uno dei tratti distintivi, quasi dei 'comandamenti', di Mourinho, ovverosia: ordine e disciplina prima di ogni cosa. Anche a costo di sacrificare una partita, lo Special One episodi simili proprio non li può far passare. E anche nel dopo-partita, sottolineerà le ragioni della sua scelta. Un cambio come 'punizione' per Balotelli, così come avvenne, indirettamente, a Zlatan Ibrahimovic nella scorsa stagione nel corso della partita col Siena, quando lo svedese intimò a Mourinho di sostituirlo, e lui, per tutta risposta, mandò in campo Orlandoni.
L'autorità dell'allenatore è qualcosa che non può essere discussa, è un dato di fatto. Anche se allo stesso modo è difficile arginare l'esuberanza e la voglia di giocare di un ragazzo che, è il caso di ricordarlo, ha ancora 20 anni. Ma perché Balotelli diventi definitivamente il campione che già oggi fa capire di essere, già adesso è giusto fargli capire qual è il carattere del vero asso. E allora, ben vengano queste 'stecche', l'importante è che il tutto avvenga a fine 'pedagogico'. E senza rancori...